Il colosso multinazionale avrebbe continuato a utilizzare impianti di imbottigliamento obsoleti, che hanno contaminato l'acqua (con rischi elevati per la salute dei cittadini)
Nuove accuse di frode si abbattono su Nestlé, colosso dell’agroalimentare, alla luce di un rapporto d’indagine recentemente svelato dalla testata francese Médiapart.
I risultati dell’inchiesta rivelano che la multinazionale avrebbe venduto per oltre 18 miliardi di bottiglie d’acqua con i marchi Contrex, Hépar e Vittel, i cui livelli di qualità erano equivalenti a quelli dell’acqua del rubinetto.
Il tutto, a un prezzo fino a cento volte superiore rispetto a quello dell’acqua comunemente distribuita, accumulando frodi stimate in oltre 3 miliardi di euro in un periodo di 15 anni.
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Lo scandalo
Il caso è esploso nel novembre 2020, quando un dipendente del gruppo Cristaline ha denunciato alla Direzione generale per la concorrenza, i consumi e la prevenzione delle frodi (DGCCRF) l’utilizzo da parte di Nestlé di trattamenti non conformi per le acque commercializzate come “minerali naturali”.
Da questa denuncia hanno preso avvio le indagini del Servizio investigativo nazionale (SNE) della DGCCRF e dell’Ispettorato generale degli affari sociali (Igas), che hanno rivelato una verità scioccante.
Quasi il 30% dei produttori di acqua imbottigliata presenti sul mercato francese, incluso Nestlé, ha utilizzato tecniche di purificazione vietate per le acque minerali naturali.
In pratica, Nestlé aveva filtrato l’acqua in modo illegale e aveva continuato a venderla come “acqua minerale naturale”, siamo quindi di fronte ad un chiaro caso di frode alimentare.
Le indagini hanno confermato che tra gennaio 2020 e marzo 2022, diverse fonti d’acqua di Nestlé risultavano contaminate da agenti patogeni e batteri eterotropi, superando i limiti legali fino all’85% e mettendo così a serio rischio la salute dei consumatori.
La presenza di patogeni era dovuta all’uso di dispositivi di trattamento su bacini con contaminazione microbiologica, utilizzati in maniera consapevole forse a partire già dagli anni Novanta!
Le accuse di truffa prevedono pene fino a tre anni di reclusione e multe fino al 10% del fatturato medio annuo della società, che potrebbe ammontare a 20 milioni di euro per Nestlé.
Nel frattempo, non sono stati ancora quantificati i danni ambientali dovuti allo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche e gli altri potenziali rischi per la salute dei consumatori.
Il passato torbido di Nestlé
Questo nuovo scandalo si inserisce in un contesto di controversie per Nestlé. Nel passato, la multinazionale è stata coinvolta in numerosi scandali.
Tra questi, quello del latte in polvere contaminato negli anni Settanta e Ottanta, e le accuse di sfruttamento delle risorse idriche in vari Paesi, dove le sue pratiche di estrazione dell’acqua hanno sollevato preoccupazioni ambientali e sociali.
Le attuali rivelazioni accentuano il bisogno di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle grandi multinazionali nel settore alimentare e delle bevande.
Gli sviluppi futuri in questo caso potrebbero avere un impatto significativo sulla reputazione di Nestlé e sull’industria in generale.
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Fonte: Foodwatch
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