Di nuovo un turista aggredito da un orso in Trentino (e ci risiamo, scatta subito la “caccia alla bestia”)

Un turista francese sarebbe stato aggredito in Trentino da un orso. La forestale sta svolgendo accertamenti per tentare di identificare il plantigrado. Si ripresenta, quindi, ancora una volta, la questione "sicurezza esseri umani". Ma agli orsi chi ci pensa?

Poche ore fa, un orso avrebbe attaccato un turista francese di 43 anni, in località Naroncolo, nel comune di Dro, in provincia di Trento, nella zona dell’Alto Garda. Sul posto sono arrivati l’elisoccorso (l’uomo avrebbe ferite agli arti) e il personale forestale, che sta conducendo rilievi e accertamenti.

Solo pochi giorni fa, un orso, non si sa se è lo stesso, era stato avvistato proprio nei pressi del Ccomune di Dro, mentre nelle ultime settimane  erano circolati video e foto di un’orsa con dei cuccioli nella zona dell’Alto Garda.

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Da sindaco penso che vadano prese azioni più concrete con questi orsi confidenti. Non dico di abbatterlo o di spostarlo, ma sicuramente non può rimanere in questa zona, si affretta a dire il primo cittadino Claudio Mimiola.

Sarà dunque pronta la Provincia di Trento a mettere di nuovo in piazza iniziative persecutorie contro i plantrigradi? Temiamo proprio di sì, ma va da sé – e ce lo auguriamo – che piuttosto la PAT debba innanzitutto fare chiarezza sulle circostanze della presunta aggressione, accertando se l’animale fosse una mamma con cuccioli, se la zona fosse provvista di adeguata segnaletica, se l’uomo non fosse in compagnia di un cane e se avesse adottato tutte le misure di cautela che si debbono seguire nelle aree boschive.

Lo dicono anche dall’Ente Nazionale Protezione Animali che ricorda i ritardi delle autorità comunali e provinciali nell’applicazione delle misure di prevenzione che possono concretamente migliorare la convivenza tra uomini e orsi e prevenire possibili conflitti con le attività antropiche. In particolare, l’associazione animalista ricorda la lentezza con cui procede il posizionamento dei bidoni anti-orso nei centri abitati del territorio trentino.

Molti comuni – denuncia la Protezione Animali – ne sono ancora sprovvisti e questa rappresenta una gravissima omissione poiché, come noto, sono proprio i rifiuti organici ad attirare gli orsi nei centri urbani.

Quel che è accaduto a Dro, insomma, è la prova provata ancora e ancora di quanto sia necessario imparare a coesistere con gli orsi.

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