Il boomerang dei pesticidi: i prodotti fitosanitari che esportiamo, alla fine, ce li ritroviamo nel piatto (facendo un giro lunghissimo)

I pesticidi prodotti dall'UE (ma qui vietati) vengono esportati in Paesi dove possono essere usati, che a loro volta esportano frutta e verdura che finiscono nei nostri piatti: è lo scioccante "effetto boomerang" denunciato da diverse associazioni

I pesticidi vietati per l’uso europeo possono essere prodotti ed esportati dall’UE per essere venduti agli agricoltori di Paesi in cui le leggi sull’uso dei fitofarmaci sono meno stringenti.

È quanto denuncia l’associazione dei consumatori olandesi Foodwatch in una recente inchiesta che spiega il lunghissimo giro che fanno i fitofarmaci tossici che lasciano l’UE alla volta dei Paesi extra-comunitari per poi tornare, sotto mentite spoglie, nei nostri piatti.

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Il “boomerang dei pesticidi”

L’Unione Europea ha messo al bando, negli ultimi anni, diverse tipologie di pesticidi e fitofarmaci perché considerati tossici e pericolosi per la salute umana e per l’ambiente.

Attenzione però: la messa al bando europea è solo per l’utilizzo entro i confini dell’Unione, non per la produzione e l’esportazione verso Paesi extra-UE.

Non deve sorprendere, quindi, che migliaia di tonnellate di pesticidi vietati sui nostri terreni vengano esportate ogni anno e raggiungano le aziende agricole dall’altra parte del mondo, dove non esistono limitazioni e leggi altrettanto stringenti.

I pesticidi tossici esportati dall’Europa vanno nei campi di tutto il mondo, in modo assolutamente legale, andando a inquinare falde acquifere e terreni, e mettendo a repentaglio la vita di migliaia di lavoratori agricoli che a queste sostanze sono costantemente esposti.

E, cosa ancor più assurda, tornano nel nostro continente attraverso l’importazione di frutta e verdura provenienti proprio da quei Paesi dove queste sostanze possono essere utilizzate.

In pratica, produciamo pesticidi tossici che non possiamo utilizzare nei nostri campi, li esportiamo in luoghi in cui possono essere utilizzati, attendendo che ritornino a noi sulla frutta e sulla verdura che importiamo dall’estero.

In altre parole, come Unione Europea, siamo noi stessi a produrre le sostanze tossiche con cui avveleniamo i nostri piatti.

Le leggi attuali

Sebbene l’uso di questi pesticidi sia vietato all’interno dell’UE, è comunque consentita la loro produzione ed esportazione. Questo perché i passi verso un divieto di esportazione, iniziati anni fa, sono attualmente in stallo a livello comunitario.

Singoli Paesi dell’Unione hanno deciso, autonomamente, di bloccare a livello nazionale la produzione e l’esportazione di fitofarmaci pericolosi.

La Francia ha già un divieto di esportazione e il Belgio seguirà presto; anche la Germania si è mossa in questa direzione. Ma si tratta di casi isolati, non sufficienti a risolvere il problema.

Intanto, la produzione e l’esportazione sono pratiche quotidiane e l’Europa sta mettendo a rischio la salute degli agricoltori e della natura in altre parti del mondo.

Secondo i dati di Foodwatch, che ovviamente si riferiscono solo ai Paesi Bassi, tra il 2018 e il 2022 il numero di tonnellate di fitofarmaci tossici esportate da Rotterdam è quasi raddoppiato – a dimostrazione del fatto che il ruolo olandese nel commercio non sta diminuendo, ma solo aumentando.

E l’Italia come si colloca in questo contesto? Secondo un’inchiesta di Greenpeace UK, risalente al 2020, il nostro Paese è il secondo maggiore esportatore di fitofarmaci tossici e vietati dopo il Regno Unito.

In totale, circa 9.500 tonnellate (12%) delle esportazioni risultano a carico dell’Italia, e riguardano dieci diversi prodotti agrochimici pericolosi destinati a paesi tra cui Stati Uniti, Australia, Canada, Marocco, Sud Africa, India, Giappone, Messico, Iran e Vietnam.

I pesticidi tossici

Ma quali sono i pesticidi tossici maggiormente esportati, che ritornano a noi grazie alle importazioni di cibo da Paesi extra-UE? Ecco i principali:

Trifluralin

Si tratta di un erbicida selettivo pre-emergenza utilizzato comunemente in agricoltura per il controllo di un’ampia gamma di erbe infestanti, che agisce interferendo con la divisione cellulare e la crescita delle radici delle erbe infestanti, impedendone la germinazione o uccidendo le giovani piantine.

Può causare irritazione agli occhi, alla pelle e alle vie respiratorie; un’esposizione prolungata a questo fitofarmaco è associata a problemi neurologici, disturbi riproduttivi e cancro.

Per quanto riguarda i danni ambientali provocati dal trifluralin, questa sostanza può contaminare le falde acquifere e avere effetti negativi sugli ecosistemi acquatici, provocando la morte di pesci, insetti acquatici e altri organismi.

In Unione Europea, il trifluralin è vietato dal 2007 – eppure risulta essere la prima sostanza esportata per quantità nel 2018 (circa due terzi del totale) dal nostro Paese.

Neonicotinoidi

I neonicotinoidi sono una classe di insetticidi chimici strutturalmente simili alla nicotina, utilizzati in agricoltura per il controllo di un’ampia gamma di insetti dannosi. Grazie alla loro elevata efficacia e al basso costo, rappresentano uno dei gruppi di insetticidi più utilizzati al mondo.

Agiscono legandosi ai recettori nicotinici dell’acetilcolina nel sistema nervoso degli insetti, causando paralisi e morte. Sono sistemici, ovvero vengono assorbiti dalla pianta e distribuiti in tutte le sue parti, compresi fiori e polline.

Purtroppo, esposizioni prolungate possono essere associate a problemi neurologici, disturbi dell’apprendimento e della memoria, danni al DNA e cancro.

Alcune ricerche suggeriscono che i neonicotinoidi potrebbero interferire con il sistema ormonale umano, con potenziali effetti sulla fertilità e sullo sviluppo.

Questi pesticidi sono anche altamente tossici per le api e altri insetti impollinatori, e sono considerati una delle principali cause del declino globale degli impollinatori.

Inoltre, possono persistere nell’ambiente per lunghi periodi e contaminare le falde acquifere e gli ecosistemi acquatici, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di molte specie di uccelli e di mammiferi.

Propargite

Il propargite è un acaricida e insetticida appartenente alla classe chimica degli acaricidi tioesteri. Viene utilizzato in agricoltura per il controllo di un’ampia gamma di acari e alcuni insetti, poiché agisce sul loro sistema nervoso centrale, causando paralisi e morte.

Un’esposizione cronica al propargite è associata a problemi neurologici, come tremori, mal di testa e difficoltà di coordinazione; alcuni studi hanno suggerito un potenziale legame con alcuni tipi di cancro e con l’insorgenza di disturbi ormonali.

Il propargite, inoltre, è altamente tossico per pesci, insetti acquatici e altri organismi acquatici: può rimanere nel suolo e nell’acqua per lunghi periodi, contaminando le falde acquifere e gli ecosistemi acquatici.

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Fonti: Foodwatch / Greenpeace

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