L’industria mineraria del Colorado è cresciuta grazie al genocidio e allo sfollamento forzato delle popolazioni indigene, nonostante i diritti minerari non furono mai ceduti
L’industria mineraria del Colorado, un settore che ha generato 546 miliardi di dollari dal 1858 al 2022, si basa su un tragico passato di espropriazione delle terre indigene. Lo stato, conosciuto per le sue attività all’aria aperta come lo sci e l’escursionismo, nasconde un lato oscuro: la sua prima e più grande industria è l’estrazione di minerali, tra cui carbone, oro, petrolio, gas naturale, calcare ed elio.
Un nuovo rapporto di People of the Sacred Land evidenzia come la crescita di questa industria sia stata possibile attraverso il genocidio e lo sfollamento forzato delle popolazioni indigene della regione. Lo studio, durato due anni, dimostra che le tribù come gli Arapaho e i Cheyenne non hanno mai ceduto i loro diritti minerari e meriterebbero un risarcimento per le terre rubate.
Rick Williams, direttore esecutivo dell’organizzazione, ha sottolineato che la storia dei popoli indigeni del Colorado è stata spesso trascurata e questo rapporto mira a colmare questa lacuna. L’espansione americana nel territorio del Colorado ha avuto gravi conseguenze economiche e sociali per le tribù indigene.
A partire dalla fine del XVIII secolo, varie leggi cercarono di impedire ai coloni di acquistare terre indigene, ma queste leggi furono ampiamente ignorate. Città come Denver, Boulder, Colorado Springs e Pueblo sono state fondate illegalmente su terre non cedute, mentre gli Stati Uniti, attratti dalle risorse naturali della regione, non riuscirono a proteggere le terre tribali.
Deforestazione e inquinamento dell’acqua e dell’aria
Le tribù furono spesso rimosse con la forza dalle loro terre o costrette a firmare trattati sotto coercizione. Anche quando furono firmati trattati, i diritti minerari non furono specificamente ceduti, suggerendo che questi diritti rimangano alle tribù. La commissione TREC, responsabile del rapporto, sostiene che i danni finanziari subiti dalle tribù debbano essere ricalcolati e che sia necessario un riconoscimento e un risarcimento adeguato.
Il Dipartimento delle Risorse Naturali del Colorado ha espresso l’impegno a collaborare con le nazioni tribali per proteggere le loro terre e consultarsi su queste questioni. Il rapporto sottolinea inoltre l’impatto ambientale dell’industria mineraria, che ha causato deforestazione e inquinamento dell’acqua e dell’aria. Attualmente, ci sono 23.000 miniere abbandonate che continuano a compromettere la qualità dell’acqua in Colorado.
Clint Carroll, professore di studi indigeni all’Università del Colorado Boulder, ritiene che il rapporto sia fondamentale per comprendere la storia e l’impatto dell’estrazione mineraria sulle comunità indigene. Spera che la sua lettura aiuti a promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione delle questioni ambientali e sociali legate alla decolonizzazione.
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Fonte: People of the Sacred Land
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