Binge eating: se mangi in modo compulsivo, potrebbe essere (anche) colpa di questi batteri intestinali

Una recente ricerca ha rivelato che alcuni batteri intestinali possono essere la causa del binge eating e, di conseguenza, dell’obesità.

Mangiare in modo compulsivo e l’obesità potrebbero essere innescate da uno specifico batterio intestinale, questo è quanto suggerisce un nuovo studio, e la svolta potrebbe portare a nuovi trattamenti per affrontare il problema della dipendenza da cibo.

Il batterio identificato da un gruppo di ricerca internazionale è associato allo sviluppo di una dipendenza dal cibo che può portare all’obesità. Gli studiosi hanno anche identificato i batteri che svolgono un ruolo benefico nella prevenzione della dipendenza da cibo.

Il professor Rafael Maldonado, che dirige il Laboratorio di Neurofarmacologia dell’università, ha dichiarato:

Questi risultati potrebbero permetterci di identificare nuovi biomarcatori per la dipendenza da cibo e, soprattutto, di valutare se i batteri benefici potrebbero essere utilizzati come potenziali nuovi trattamenti per questa dipendenza.

Lo studio

Il team ha utilizzato la Yale Food Addiction Scale per diagnosticare la dipendenza da cibo. Contiene 35 domande a cui le persone devono rispondere: ricerca persistente di cibo, alta motivazione per procurarsi il cibo e comportamento compulsivo.

All’interno dei batteri intestinali, i ricercatori hanno trovato un aumento dei batteri appartenenti a un gruppo chiamato phylum dei Proteobatteri e una diminuzione dei batteri appartenenti al phylum degli Actinobacteria.

88 pazienti sono stati classificati tra dipendenti e non dipendenti dal cibo. 

I risultati suggeriscono che un microbiota specifico potrebbe essere protettivo nel prevenire la dipendenza da cibo. In particolare, le forti somiglianze nella quantità di Blautia hanno sottolineato i potenziali effetti benefici di questo particolare batterio intestinale. Pertanto, abbiamo studiato gli effetti protettivi della somministrazione orale di lattulosio e ramnosio, che sono carboidrati non digeribili noti come “prebiotici” che possono aumentare la quantità di Blautia nell’intestino.

Il prof. Martín-García afferma che i risultati mostrano come i batteri nell’intestino influenzano la funzione cerebrale e viceversa.

Abbiamo dimostrato per la prima volta un’interazione diretta tra la composizione dell’intestino e l’espressione genica del cervello, rivelando l’origine complessa e multifattoriale di questo importante disturbo comportamentale legato all’obesità. Comprendere la diafonia tra alterazioni del comportamento e batteri nell’intestino costituisce un passo avanti per i futuri trattamenti per la dipendenza da cibo e i disturbi alimentari correlati.

Fonte: BMJ Journal

Ti potrebbe interessare:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram