Non sempre chi compie un'azione cattiva nei nostri confronti è pronto ad ammettere le proprie colpe e chiedere scusa. Nella maggioranza dei casi, invece, tende ad addossare al proprio interlocutore la colpa di quell'azione: ecco alcune frasi a cui prestare attenzione
Indice
Quante volte ci capita di subire un torto, un’ingiustizia, da parte di una persona che conosciamo bene e con cui abbiamo una relazione (un amico, un familiare, il nostro partner)?
Se ci aspettiamo che quella persona si renda conto delle cose sbagliate che ha fatto e provi rimorso, potremmo dover aspettare a lungo – se non per sempre.
La maggior parte delle persone che compie azioni sbagliate, infatti, tende a giustificarsi e perfino a negare l’evidenza dei fatti, pur di mostrare se stessa come buona in un mare di persone cattive.
Anche se ci hanno abbandonato in un momento di bisogno, hanno rinunciato a un impegno importante o ci hanno in qualche modo tradito, queste persone riescono spesso a trovare un modo per giustificare ciò che hanno fatto e non sentire minimamente il senso di colpa per le loro azioni.
In questo articolo, vi proponiamo dieci frasi tipiche con cui le persone giustificano le loro azioni cattive – a se stessi e ai loro interlocutori.
È importante sottolineare che queste frasi non sono sempre utilizzate in modo consapevole e intenzionale: a volte, le persone ricorrono a queste giustificazioni per proteggere la propria autostima o per evitare di affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
In altri casi, invece, queste affermazioni sono usate consapevolmente e con uno scopo manipolatorio verso l’altra persona.
Leggi anche: Come riconoscere i pensieri negativi e imparare a trasformarli per accogliere la felicità
Così va il mondo
Questa frase rassegnata viene utilizzata per giustificare il proprio comportamento come se fosse una conseguenza inevitabile del mondo in cui viviamo.
La persona cattiva si dipinge come una vittima delle circostanze, assolvendosi da ogni responsabilità e presentando il mondo come un luogo ostile e spietato: questo modo di fare non fa altro che alimentare un circolo vizioso di azioni ingiuste e cattive.
Ho dovuto mentire per ottenere il lavoro. È così che funziona il mondo, se non sei furbo non vai da nessuna parte.
L’ha fatto anche (X)
In questo caso, la persona cattiva cerca di minimizzare la gravità delle proprie azioni paragonandole a quelle di qualcun altro, spesso una figura celebre o influente. Il messaggio implicito è: Se lo ha fatto anche lui/lei, che male c’è?
Ho copiato l’idea per il progetto. Tutti lo fanno, anche i grandi imprenditori hanno preso spunto dagli altri.
Il fine giustifica i mezzi
Questa frase dalla storia antica viene utilizzata per giustificare azioni discutibili o addirittura immorali in nome di un obiettivo più alto.
Utilizzandola, la persona cattiva presenta se stessa come un visionario che persegue un bene superiore, a prescindere dai sacrifici richiesti.
Ho dovuto licenziare alcuni dipendenti per salvare l’azienda. A volte è necessario fare scelte difficili per il bene comune.
Il contesto mi ha portato a farlo
In questo caso, le colpe non sono più responsabilità del singolo, ma vengono attribuite a fattori esterni – come un ambiente di lavoro ostile o un periodo particolarmente stressante.
La persona cerca di sviare l’attenzione dalle proprie azioni, presentandosi come vittima delle circostanze: in altre parole, in quel contesto non avrebbe potuto fare in altro modo.
Ho perso le staffe durante la riunione, ma era un momento di grande tensione per tutti. Non avrei mai reagito così in condizioni normali.
Un trauma del mio passato mi ha condizionato
L’aver vissuto esperienze negative nel passato diventa una giustificazione per comportamenti negativi nel presente.
In questo modo, la persona cattiva crea un legame causale tra il passato e il presente, svincolandosi da ogni responsabilità per le proprie azioni.
Non riesco ad avere relazini stabili perché ho avuto un’infanzia difficile e faccio fatica ad impegnarmi a lungo termine. Non è colpa mia.
Le mie intenzioni erano buone, ma…
Con questa frase, si puntano i riflettori sulle buone intenzioni iniziali, mettendo in ombra le conseguenze negative delle azioni compiute.
In questo modo, la persona cerca di minimizzare il danno causato, enfatizzando la purezza e la bontà dei suoi propositi originari.
Volevo solo aiutarti, ma le cose sono sfuggite di mano. Non era mia intenzione farti del male.
Sei troppo sensibile/inconsapevole/debole
Questa frase è simbolo di un atteggiamento manipolatorio: la colpa viene ribaltata sulla vittima, accusata di essere troppo sensibile, di non aver capito le intenzioni o di non essere stata abbastanza forte da sopportare la situazione.
Se ti sei offeso per le mie parole è solo perché sei troppo sensibile. Io non volevo ferirti.
Sei tu che mi hai spinto a farlo
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un tentativo di manipolazione da parte di chi ha compiuto un’azione cattiva.
La responsabilità viene completamente addossata alla vittima, dipinta come la causa scatenante del comportamento negativo, mentre la persona che ha agito si presenta come vittima di una provocazione o di una manipolazione.
Non avrei mai tradito se tu non mi avessi trascurato. La colpa è solo tua.
Siamo semplicemente incompatibili
Le differenze caratteriali o di vedute vengono utilizzate come giustificazione per l’incapacità di relazionarsi in modo sano.
La persona cerca di allontanare la colpa da sé, presentando l’incompatibilità come un ostacolo insormontabile e indipendente dalla propria volontà di sanare il conflitto.
Siamo troppo diversi, non riusciremo mai a trovare un punto di incontro.
Non è mai successo
La negazione diventa un meccanismo di difesa per sfuggire alle proprie responsabilità. La persona nega con veemenza gli eventi accaduti, creando una realtà alternativa in cui il suo comportamento è ineccepibile e addossando, anche in questo caso, tutta la colpa al proprio interlocutore.
Non ti ho mai detto quelle cose! Stai inventando tutto. Sei una persona bugiarda.
Saper riconoscere questi atteggiamenti è già un buon modo per non farsi scalfire dagli altri anche perché l’unica persona di cui temere il giudizio davanti allo specchio sei solo e soltanto tu.
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