Allevamento di polli Fileni ancora nella bufera (ma stavolta gli animali non c’entrano)

Il maxi allevamento di polli Fileni a Monte Roberto è sotto indagine per abusi edilizi e d'ufficio. Sei persone, inclusi Giovanni Fileni e cinque funzionari pubblici, sono ora indagate

Il maxi allevamento di polli della Fileni a Monte Roberto, già al centro di polemiche per le modalità di allevamento degli animali, è ora oggetto di un’indagine della Procura di Ancona per abuso edilizio e d’ufficio. Sei persone sono indagate, tra cui l’imprenditore Giovanni Fileni, a capo della società Ponte Pio, e cinque funzionari pubblici.

Si tratta dello stesso stabilimento oggetto dell’inchiesta dello scorso anno di Report su Rai3, che aveva puntato il dito sulle problematiche legate alle condizioni dei polli nell’allevamento intensivo. Stavolta però gli animali non c’entrano, l’attenzione è puntata invece sulle autorizzazioni edilizie. La Procura ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari contestando il superamento delle dimensioni consentite per un’area definita “fascia di continuità naturalistica”.

Secondo il pubblico ministero Ruggero Dicuonzo, gli atti amministrativi adottati dai funzionari pubblici coinvolti sarebbero illegittimi e avrebbero permesso alla società Ponte Pio di realizzare un capannone che supera la cubatura consentita.

Dall’accusa viene contestato che tali atti, tra il 2019 e il 2023, hanno avuto come conseguenza quella di:

realizzare interventi edili comportanti una volumetria superiore a quella consentita dall’indice fondiario, così da determinare il mutamento di destinazione dello stabilimento avicolo da allevamento industriale ad industria nociva.

La replica dell’azienda

La difesa di Giovanni Fileni sostiene che la vicenda sia stata già regolarizzata dal punto di vista della giustizia amministrativa e che le autorizzazioni siano state ottenute regolarmente (la zona fascia di continuità naturalistica in seguito sarebbe stata poi modificata).

Gli avvocati difensori di Fileni, Alessandro Lucchetti e Marina Magistrelli, hanno dichiarato che l’azienda:

è vittima perché autorizzata da enti preposti che dal punto di vista della giustizia amministrativa hanno già regolarizzato i pareri infatti lo stabilimento è aperto e lavora.

Tuttavia, l’indagine della Procura ha scoperto che le procedure per ottenere i permessi e le autorizzazioni sarebbero state forzate, dunque ora occorrerà fare ulteriore chiarezza su quanto accaduto e su come è stato possibile costruire un capannone fuori misura.

Nonostante le indagini in corso, l’allevamento di Monte Roberto è tuttora operativa. La questione è destinata a far discutere ancora a lungo, con possibili ulteriori sviluppi giudiziari.

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Fonte: Il Resto del Carlino

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