Barcellona sta cercando di bilanciare le esigenze degli abitanti con la gestione del turismo, andando a non rinnovare le licenze per oltre 10mila appartamenti con affitti brevi
Barcellona sta preparando una radicale trasformazione nel settore degli affitti brevi, con l’obiettivo di affrontare la grave crisi abitativa che affligge la città da anni. Il sindaco Jaume Collboni ha annunciato che entro il 2029 la città non rinnoverà le licenze per oltre 10mila appartamenti attualmente destinati agli affitti turistici.
Questo provvedimento implicherà che tali unità abitative saranno destinate esclusivamente a uso residenziale o verranno messe sul mercato per l’affitto o la vendita. La decisione è motivata dal significativo aumento dei prezzi degli affitti, cresciuti del 68% negli ultimi dieci anni, e del costo di acquisto degli immobili, che è salito del 38%.
Collboni ha sottolineato che questa misura mira a risolvere strutturalmente il problema principale di Barcellona, ovvero la difficoltà crescente di accedere a un alloggio a prezzi sostenibili, soprattutto per i giovani. L’iniziativa ha ricevuto il supporto della ministra spagnola per le Politiche Territoriali, Isabel Rodríguez, che ha evidenziato l’importanza di garantire l’accesso agli alloggi a prezzi accessibili come un imperativo sociale.
Non è la prima misura in tal senso
Prima di essere operativa, la misura dovrà passare attraverso il consiglio comunale e potrebbe essere oggetto di contestazioni legali da parte dei proprietari attuali delle licenze per gli affitti turistici e delle associazioni di categoria.
Negli ultimi anni, Barcellona ha già vietato la registrazione di nuovi appartamenti per l’affitto turistico e ha chiuso 9.700 unità illegali dal 2016. Queste azioni riflettono la crescente tensione in città nei confronti della gentrificazione e dell’impatto del turismo sulla vita quotidiana dei residenti, evidenziato anche da graffiti anti-turisti visibili per le strade.
L’associazione dei locatori Apartur ha espresso preoccupazione riguardo alle possibili conseguenze negative sul settore turistico, notando che gli appartamenti turistici attualmente rappresentano il 40% dell’offerta ricettiva della città. L’Unione degli Inquilini, d’altra parte, ha criticato la misura sottolineando che il suo impatto pratico non sarà immediato, mettendo in dubbio la sua efficacia nel lungo periodo alla luce dei potenziali cambiamenti politici futuri.
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