Il simbolo del cuore, sebbene non somigli all'organo umano, ha radici antiche che vanno da errori anatomici di Aristotele ai baccelli di una pianta di silfio usata come contraccettivo nella Grecia antica
La forma iconica del cuore – sapete, quella! – è ovunque. Il simbolo dell’amore, in realtà, non assomiglia affatto all’organo umano. Perché? La colpa potrebbe essere di Aristotele, o forse di una pianta.
Gli studiosi ritengono che il mistero di come il simbolo del cuore abbia acquisito la sua forma inizi nel XIII o XIV secolo. Aristotele, il filosofo e scienziato greco antico, erroneamente credeva che il cuore umano avesse tre cavità. In realtà, il cuore ha quattro camere che pompano sangue ricco di ossigeno dentro e fuori.
Pierre Vinken, autore di “The Shape of the Heart”, ha scritto che gli anatomisti che illustravano la nozione errata di Aristotele su come fosse fatto il cuore umano potrebbero aver contribuito alla creazione della forma. Entro il XVI secolo, quando l’errore anatomico fu corretto, l’icona era ormai così popolare che l’immagine si mantenne invariata.
La teoria del silfio: una pianta antica come ispirazione
Un’altra teoria plausibile include la forma del cuore che potrebbe rispecchiare i baccelli di semi di un antico tipo di pianta di silfio. Questa pianta fungeva da una forma primitiva di controllo delle nascite nella colonia greca di Cirene. Gli antichi greci e romani utilizzavano il silfio non solo come spezia e medicinale, ma anche per le sue proprietà contraccettive. La somiglianza tra i baccelli di silfio e l’odierno simbolo del cuore ha portato molti a speculare che le associazioni della pianta con l’amore e il sesso possano aver aiutato a popolarizzare il simbolo.
Storicamente, la prima rappresentazione conosciuta di un cuore come simbolo d’amore appare in un manoscritto francese del XIII secolo intitolato “Roman de la Poire” (Il Romanzo della Pera). Questo manoscritto raffigura un amante che offre il suo cuore alla sua amata, una delle prime rappresentazioni visive dell’offerta del cuore come simbolo d’amore. Anche Giotto, nel 1305, dipinse la carità che offre il suo cuore a Gesù nella Cappella degli Scrovegni a Padova, influenzando notevolmente le rappresentazioni del cuore nei periodi successivi.
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Fonte: Wikipedia
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