Fotovoltaico: firmato il decreto “Aree Idonee” cosa comporterà per lo sviluppo delle rinnovabili?

Appena firmato il decreto Aree idonee che lascia discrezionalità alle regioni con criteri disomogenei a livello nazionale. Il decreto inoltre è retroattivo mettendo a rischio l'iter autorizzativo delle aree già individuate. Problemi in più allo sviluppo delle rinnovabili del nostro Paese anziché dare slancio

Come si decide dove installare gli impianti eolici o fotovoltaici? Lo stabilisce il decreto “Aree Idonee” , da poco firmato, che prevede i criteri per individuare delle superfici dove è possibile realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il documento, in attesa di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale per l’avvio dell’iter di conversione in legge, è stato frutto di una lunga interlocuzione tra Governo e Regioni, ma il risultato non sembra essere soddisfacente.

La firma arriva dal ministro Picchetto Fratin, il quale nel comunicato ufficiale afferma, che

Il MASE ha sempre promosso la via del confronto con le amministrazioni regionali e gli enti locali. Solo con la piena condivisione, infatti, si potranno raggiungere gli 80 gigawatt aggiuntivi di rinnovabili.

Eppure non si sono fatte attendere le contestazioni delle associazioni ambientaliste, secondo le quali questo decreto, circolato in bozza e già criticato, appare ancora caotico con il rischio di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese anziché dare slancio.

Che cosa prevede?

L’accordo è retroattivo e non sembra tutelare i procedimenti autorizzativi già esistenti, né le aree idonee richiamate nel precedente decreto 199/2021, andando a complicare il quadro generale. Inoltre, lascia ampia libertà alle regioni, con criteri di individuazione non omogenei a livello nazionale, introducendo una fascia di rispetto da siti tutelati o di particolare pregio, che può arrivare fino a 7 km. 

Su questo punto si sono espresse anche Legambiente, WWF e Greenpeace

Un problema non solo quantitativo, visto l’enorme patrimonio culturale, storico e naturale per il quale gran parte del nostro territorio è già giustamente sottoposto a numerose limitazioni da parte dello Stato e delle soprintendenze, ma anche economico, con l’aumento nel costo dei terreni rimasti disponibili, e soprattutto normativo in quanto questa libertà porterà le regioni, in fase di individuazione delle aree, ad adottare criteri diversi.”

Proprio come sta accadendo in Sardegna che sta bloccando tutti i nuovi impianti.

Cosa succederà?

Secondo Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE

Già oggi siamo fuori rotta rispetto alle previsioni del PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che peraltro continua a non tenere in conto gli obiettivi del REPowerEU – cioè il piano dell’UE volto ad accelerare la transizione verso l’energia pulita – Ora con il Decreto Agricoltura di qualche settimana fa e l’accordo tra MASE e Regioni sul decreto aree idonee, invece di avere un’accelerazione, assisteremo ad una brusca frenata delle rinnovabili.

Un duro colpo verso la piena attuazione della transizione energetica pulita e rinnovabile.

Fonte: MASE

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