Non solo i 57 asinelli di San Possidonio: anche altri animali sono stati messi all'asta e attendono di scoprire il loro destino. Quanto accaduto è inaccettabile. Gli animali non sono oggetti da vendere in gare a tempo
Esseri senzienti trattati da merce e messi all’asta al pari di auto, elettrodomestici, macchinari e altri oggetti. Il caso dei 57 asinelli di San Possidonio salvati da una triste fine non è isolato. Altri animali sono stati proposti dagli Istituti di Vendite Giudiziarie.
Sono un cavallo, un pony, un bovino e quattro capre inserite nella categoria “Macchinari-utensili-materie prime” e nella tipologia “Macchinari per l’agricoltura, foreste e pesca” dopo pignoramento disposto dal Tribunale di Pordenone.
Gli animali verranno acquistati dal miglior offerente, che si aggiudicherà il lotto con la puntata più alta. Si parte da 300 euro per il lotto cavallo, esemplare di razza irlandese, e pony, mentre il prezzo base per il bovino e le quattro capre di razza Camosciata delle Alpi è di 250 euro.
Tuona l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, che assieme ad altre organizzazioni aveva lanciato appelli e contribuito a mettere in salvo i 57 asini nella provincia di Modena.
Quella dell’asta di animali è una procedura amministrativa non etica nella quale gli animali sono considerati meri oggetti. Siamo molto lontani dal recepimento del Trattato di Lisbona del 2007 , che tutela gli animali in quanto “esseri senzienti”. Mandarli all’asta è riprovevole” ha dichiarato il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
L’asta si concluderà in data 21 giugno alle ore 12:00. Il termine per le iscrizioni con bonifico bancario e con carta di credito è rispettivamente il 19 giugno ore 12:00 e il 21 giugno ore 10:30.
Nella speranza di un epilogo felice anche per questi animali, è indispensabile una revisione della legislazione. Gli animali non sono oggetti.
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Fonti: IVG Udine – Oipa
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