Questa donna ha nuotato per 46 km nelle acque gelide e popolate da squali (senza muta)

Amy, se il suo record venisse convalidato, sarà la prima donna ad aver nuotato dal Golden Gate Bridge alle Isole Farallon nonostante fossero 24 anni che non gareggiava

Amy Appelhans Gubser ha compiuto un’incredibile impresa diventando la prima donna a nuotare dalla famosa struttura del Golden Gate Bridge fino alle remote Isole Farallon, una distanza di circa 46 km. Nonostante la sua lunga pausa dal nuoto competitivo (non gareggiava da 24 anni), ha affrontato acque gelide e pericolose sfide senza muta, dimostrando una resistenza incredibile, una determinazione e un coraggio straordinari.

Amy ha nuotato per 17 ore consecutive, iniziando alle 3:27 del mattino e arrivando alle Farallon dopo il tramonto. Ha affrontato nebbia, marea rossa e una sorta di deprivazione sensoriale durante gran parte della nuotata, dove poteva vedere solo pochi metri sopra l’acqua e nulla sotto di essa.

In un ambiente popolato da squali e meduse, Amy ha mantenuto la calma e uno stato mentale meditativo, interrotto solo dalle pause per uno spuntino ogni trenta minuti, dimostrando una capacità notevole di adattamento e resilienza. Nonostante il rischio e il disagio, ha scelto di non indossare una muta per rispettare le regole della Marathon Swimmers Federation.

Non si è fermata nonostante due punture di meduse

La temperatura dell’acqua si aggirava intorno ai 4 gradi all’inizio, per poi salire gradualmente di circa 6 gradi nel corso della nuotata. Amy ha mantenuto una frequenza di bracciata costante di circa 61 al minuto e ha mangiato brodo di pollo, pesche in scatola, cioccolata calda e alcune patate durante il percorso.

Ora il suo record è in attesa di verifica ma, come detto, se fosse convalidato la renderebbe la prima donna a completare la nuotata e la prima di entrambi i sessi a farlo nella direzione di andata, cioè dal ponte alle isole. Solo due nuotatori uomini hanno completato la distanza partendo dalle isole, ma Amy è riuscita nell’altra direzione dopo il fallimento di tutti e tre i precedenti tentativi, monitorati dalla MSF.

In due occasioni è stata punta da una medusa, ma non si è fermata. Amy Gubser spera che l’impresa sia di ispirazione per tutte le persone che ne hanno bisogno, dimostrando che l’eccellenza atletica può essere mantenuta anche a dispetto dell’età e di una forma fisica non delle migliori.

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