9 stati insulari vincono una causa storica contro i Paesi ONU (tra i più grandi inquinatori del mondo)

Nove piccoli stati insulari hanno vinto una causa che ha riconosciuto come gli stati ONU debbano intensificare i loro sforzi per proteggere gli oceani del mondo dai cambiamenti climatici

La recente vittoria dei nove piccoli Stati insulari presso il Tribunale internazionale per il diritto del mare (ITLOS) rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la crisi climatica. Questa storica causa ha portato alla decisione che tutti i firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare devono intensificare i loro sforzi per proteggere gli oceani del mondo dai cambiamenti climatici.

Il tribunale ha stabilito che le responsabilità dei firmatari della Convenzione si estendono anche alle emissioni di gas serra, riconoscendo che queste danneggiano gli oceani e alterano l’atmosfera terrestre. Gli Stati insulari hanno sollevato la questione del significato di inquinamento marino secondo la Convenzione, evidenziando fenomeni come l’innalzamento del livello del mare, l’incremento delle temperature oceaniche e l’acidificazione degli oceani causata dalle emissioni di gas serra.

Il primo ministro di Antigua e Barbuda, Gaston Browne, ha sottolineato che le piccole nazioni insulari sono in una lotta per la loro sopravvivenza a causa delle emissioni prodotte dai grandi inquinatori. Ha evidenziato il rischio che alcune di queste isole diventino inabitabili nel prossimo futuro a causa dell’incapacità di mitigare le emissioni di gas serra, esortando i grandi inquinatori a rispettare il diritto internazionale e a fermare i danni catastrofici prima che sia troppo tardi.

Il tribunale ha riconosciuto che le emissioni danneggiano gli oceani

La Convenzione del 1994, firmata da 169 Paesi, già fornisce una base legale per proteggere l’ambiente marino dalle sostanze inquinanti, come il petrolio delle navi. Tuttavia la decisione del tribunale riconosce che anche le emissioni atmosferiche stanno contribuendo a danneggiare gli oceani, ampliando quindi il campo di azione per la protezione degli ecosistemi marini.

Questa vittoria legale è un richiamo urgente all’azione per affrontare la crisi climatica e proteggere gli oceani, che sono vitali per la sopravvivenza di milioni di persone e per la biodiversità del pianeta. È necessario che tutti i Paesi agiscano con determinazione per ridurre le emissioni di gas serra e adottare misure concrete per preservare la salute degli oceani e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.

La decisione del tribunale rappresenta un chiaro segnale che la comunità internazionale riconosce che le nazioni devono assumersi le proprie responsabilità nel contrastare la crisi climatica. Solo attraverso un impegno globale e coordinato sarà possibile proteggere il nostro pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Ti potrebbe interessare anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook