Cavalcare pesci per creare contenuti social: la nuova assurda tendenza

Pesci trattati come fossero veicoli, cavalcati per avere visualizzazione e like. Sono gli assurdi comportamenti che compaiono in rete che, assieme ad esperienze proposte dai tour operator, espongono a gravi pericoli le creature marine

In “sella” a un pesce napoleone, sul dorso di uno squalo balena. Neanche le creature marine riusciamo a lasciare in pace, sfruttandole per like e visualizzazioni sui canali social e creando tendenze molto pericolose.

Un nuovo trend sta spopolando tra le onde del mare. Consiste nel cavalcare gli animali marini come fossero delle moto, immobilizzandoli e utilizzando le pinne dei pesci come manopole. Tra gli esemplari che compaiono in alcuni video diventati virali vi sono i pesci napoleone, Cheilinus undulatus.

Questa specie di grossa taglia vive in prossimità dei reef corallini ed è minacciata globalmente di estinzione. La sua popolazione è diminuita drasticamente a causa delle attività umane. Responsabili di questo calo sono in prevalenza la perdita del suo vulnerabile habitat e della pesca.

A rendere il quadro ancora più nefasto gli atteggiamenti scriteriati di turisti e abitanti del posto incoscienti. I video che circolano sul web ne sono la prova. Quanto mostrato non può non essere considerato una forma di maltrattamento.

Ma non sono unicamente i pesci napoleone a essere i più ricercati per creare contenuti letteralmente d’impatto. Anche gli innocui squali balena, i pesci più grandi del mondo, vengono sfruttati per questo scopo.

In alcune località nuotare con gli squali balena è una delle attrazioni più vendute. Accade così, ad esempio, nella provincia di Bohol, nelle Filippine, dove i visitatori possono nuotate assieme a questi giganti del mare. Il regolamento prevederebbe di non toccarli e di non cavalcarli, ma ciò si verifica più spesso di quanto voluto.

Per poter offrire queste esperienze memorabili, gli squali balena vengono nutriti dagli operatori. Ciò mette a rischio la sopravvivenza e la conservazione di questa maestosa specie, che finisce per diventare dipendente dall’essere umano.

E questo è esattamente ciò che facciamo con la stragrande maggioranza delle creature del regno animale. Le sfruttiamo per il nostro interesse, le imprigioniamo, le addomestichiamo, dimenticando che quelli non sono burattini, non sono clown, non sono veicoli e non sono oggetti. Sono animali e non è assolutamente questo il modo in cui andrebbero trattati.

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