Pesticidi nel cibo, il nuovo rapporto dell’Efsa rassicura (ma ancora una volta non si considera l’effetto cocktail)

Come è la situazione in Europa riguardo ai residui di pesticidi nel cibo? Il nuovo resoconto dell'EFSA fa il punto della situazione, che sembra essere in miglioramento rispetto al passato ma anche stavolta non si fa riferimento al possibile effetto cocktail

L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), ha pubblicato il suo nuovo resoconto sui residui di pesticidi rintracciabili negli alimenti distribuiti in Europa. Le notizie che emergono sono in generale abbastanza positive, anche se come al solito non viene considerato l’effetto cocktail, ovvero la presenza di più residui (sia pur piccoli) di varie sostanze e i possibili risvolti per la salute (ad oggi poco chiari).

Il nuovo report fa riferimento ai dati dell’anno 2022. Gli esperti hanno analizzato un numero record di campioni, superando la soglia dei 110.000, un quarto in più rispetto agli anni precedenti. Si tratta di un campionamento che ha incluso dati provenienti da controlli nazionali effettuati dagli Stati membri, nonché da Norvegia e Islanda (che non fanno parte dell’Ue).

L’attenzione si è concentrata su 12 tipologie di alimenti:

  • Mele
  • Fragole
  • Pesche
  • Vino (rosso e bianco)
  • Lattughe
  • Cavoli cappucci
  • Pomodori
  • Spinaci
  • Avena in grani
  • Orzo in grani
  • Latte di mucca
  • Grasso di maiale

I risultati

Dai risultati, emerge che il 51,4% dei campioni analizzati non presentava residui rilevabili, il 47% mostrava residui entro i limiti di sicurezza e solo l’1,6% superava tali limiti. Questo ultimo dato è in calo rispetto all’analisi precedente, dove era al 2%.

Inoltre, alcuni prodotti come mele, pesche, fragole, vino e grasso di maiale hanno registrato una riduzione degli sforamenti rispetto alle analisi precedenti. Si segnalano però anche aumenti dei limiti per alcune tipologie di alimenti come cavoli, pomodori, lattughe, orzo e avena in chicchi.

Il rapporto include anche una valutazione dei rischi alimentari, che indica una bassa probabilità di esposizione dei consumatori a livelli di residui oltre i limiti di sicurezza.

E per quanto riguarda il glifosato? Fortunatamente, solo lo 0,3% dei campioni analizzati superava i limiti, mentre nel 98% dei casi il glifosato non era proprio rilevabile.

Ma davvero ci basta questo? Come non considerare i rischi, ancora sconosciuti, dell’effetto cocktail? Con questo termine si indicano i possibili effetti collaterali di un mix di residui di diversi pesticidi, pur se tutti entro i limiti di legge.

Leggi anche: Effetto cocktail: pesticidi miscelati tra loro dannosi per la salute, anche quando dichiarati a ‘livelli sicuri’. Il nuovo studio

L’Europa ancora oggi non prevede limitazioni in questo senso.

I prodotti più a rischio

Alcuni prodotti alimentari trasformati hanno mostrato tassi di non conformità superiori al 10%, come foglie d’uva sotto sale, semi di cumino essiccati, prezzemolo essiccato, funghi selvatici essiccati e basilico.

Inoltre, i pesci analizzati per la presenza di rame, mercurio e DDT, in particolare il tonno, hanno mostrato risultati preoccupanti. Allo stesso modo, il miele si colloca tra i prodotti di origine animale con maggiori criticità.

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Fonte: Efsa

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