Virginia Apgar, la storia della prima donna primario di anestesia (e del suo indice per valutare le condizioni del neonato)

Virginia Apgar fu una pioniera nel mondo della medicina: prima donna primaria di anestesia, inventò l’indice di Apgar, ancora oggi fondamentale per i neonati

Il 5 maggio è la Giornata Mondiale delle Ostetriche e in questa ricorrenza non si può non celebrare la figura di Virginia Apgar, un’esemplare dimostrazione di determinazione e innovazione nel campo della medicina. Nata nel 1909, si distinse fin dai primi anni per la sua passione e determinazione nel perseguire una carriera medica, nonostante le difficoltà economiche e le sfide di genere dell’epoca.

I genitori avevano infatti già due bambini quando lei è venuta al mondo: Charles Emory Jr, che si ammalò di tubercolosi e morì prima di compiere quattro anni, e Lawrence Clarke che soffriva di eczema cronico. Di qui il desiderio di studiare medicina, in cui conseguì la laurea nel 1933.

Successivamente Apgar intraprese un percorso di specializzazione in chirurgia presso il Columbia Presbyterian Hospital di New York. Tuttavia, incoraggiata a esplorare il campo dell’anestesia, si distinse rapidamente diventando la prima donna primario di anestesia presso lo stesso ospedale nel 1938.

L’indice di Apgar per valutare le condizioni del neonato

La sua carriera fu segnata da numerosi successi, ma è soprattutto per la sua innovazione nell’ambito dell’anestesia ostetrica che Apgar è ricordata. Riconoscendo la mancanza di una valutazione standardizzata per i neonati appena nati, Apgar ideò nel 1952 l’indice di Apgar, basato su cinque parametri chiave per valutare la vitalità e l’adattamento del neonato alla vita extrauterina.

Questi parametri, che includono frequenza cardiaca, respirazione, tono muscolare, riflessi e colore della pelle, vengono valutati e assegnati un punteggio da 0 a 2 in base alle condizioni del neonato. L’indice di Apgar si è dimostrato un prezioso strumento per valutare immediatamente lo stato di salute del neonato e intervenire tempestivamente in caso di necessità.

Oltre alla sua brillante carriera medica, Apgar era anche una donna di molteplici interessi e talenti, che spaziavano dalla musica (suonava molto bene il violino e il violoncello) al giardinaggio, passando per la pesca ed il badminton.

La sua continua curiosità e desiderio di apprendimento la portarono a impegnarsi in diverse attività, dimostrandosi sempre una “studentessa fino al giorno della sua morte”, come la definì il dottor Stanley James. Qualche anno prima di lasciarci, infatti, volle imparare a guidare un aereo e iniziò a prendere lezioni di volo.

Virginia Apgar è quindi ricordata non solo per le sue contribuzioni rivoluzionarie alla medicina, ma anche per il suo spirito intraprendente, la sua arte oratoria e la dedizione alla cura e al benessere dei neonati. Il suo lavoro ha avuto un impatto duraturo sulla pratica medica e continua a essere fondamentale per la salute dei neonati in tutto il mondo.

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