Un incredibile ritrovamento potrebbe cambiare alcune pagine di preistoria. Infatti una serie di antiche incisioni trovate su massi vulcanici nel sud del Perù potrebbero rappresentare la musica eseguita durante i rituali sciamanici che coinvolgevano piante allucinogene di 2.000 anni fa. La scoperta è frutto di una ricerca della University of the Witwatersrand South Africa e dell’Università di Varsavia
Figure umane danzanti sembrano rappresentare una sorta di “musica psichedelica preistorica”: una serie di antiche incisioni trovate su massi vulcanici nel sud del Perù potrebbero rappresentare la musica eseguita durante i rituali sciamanici che coinvolgevano piante allucinogene di 2.000 anni fa. La scoperta è frutto di una ricerca della University of the Witwatersrand South Africa e dell’Università di Varsavia.
Le incisioni sembrano proprio figure umane danzanti circondate da linee a zig-zag e altre forme geometriche e una nuova analisi suggerisce che queste forme astratte potrebbero rappresentare le canzoni che trasportavano i partecipanti in altre dimensioni durante i loro viaggi psichedelici.
I disegni si trovano al Toro Muerto, una gola deserta che contiene una delle più ricche collezioni di arte rupestre del Sud America. Il sito è disseminato di migliaia di massi, circa 2.600 dei quali presentano antiche incisioni.
Un aspetto unico dell’iconografia dei petroglifi del sito sono le figure di esseri umani danzanti, i cosiddetti danzantes, inoltre spesso associati a motivi geometrici, per lo più varianti di linee a zigzag – scrivono i ricercatori –[…] questo articolo suggerisce che i motivi geometrici di Toro Muerto, con cui sono giustapposte le figure dei danzanti, potrebbero essere state rappresentazioni di canzoni. Un’estensione di questa ipotesi è il suggerimento che alcune delle composizioni più complesse costituite da danzanti e motivi geometrici lineari fossero metafore grafiche del trasferimento nell’aldilà
Gli scienziati spiegano infatti che le opere d’arte contengono una ripetizione quasi travolgente di immagini di figure umane danzanti, uniche nella regione, e uno straordinario accumulo di motivi geometrici, il più delle volte sotto forma di zig-zag verticale, linee dritte e sinuose di larghezza variabile, talvolta accompagnate da punti o cerchi.
L’affascinante ipotesi è supportata dalle sorprendenti somiglianze tra i disegni di Toro Muerto e le opere d’arte tradizionali della cultura Tukano nell’Amazzonia colombiana, nella quale i disegni geometrici sono stati collegati alle visioni indotte dall’infuso allucinogeno ayahuasca, che da millenni viene ritualmente ingerito dalle comunità indigene amazzoniche.
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Infatti era stato già dimostrato che il contenuto e l’origine dei motivi nell’arte del Tukano erano radicati nelle esperienze visionarie evocate dal rituale consumo della bevanda psicoattiva, che costituiva la base e la garanzia della visione di un mondo invisibile ma di cui si sapeva l’esistenza.
Le analisi antropologiche di questi rituali hanno poi ripetutamente evidenziato l’importanza della musica, con canzoni conosciute come icaros cantate dagli sciamani come mezzo per comunicare con gli dèi e viaggiare attraverso il cosmo spirituale.
In pratica queste forme raffigurerebbero la musica sciamanica che incanta i partecipanti al rituale sotto gli effetti dell’ayahuasca, consegnandoli in un “mondo parallelo” in cui possono riconnettersi alla loro mitologia ancestrale. Applicando questa stessa interpretazione alle opere d’arte del Toro Muerto, gli autori dello studio suggeriscono che il danzante centrale circondato da linee ondulate è in realtà circondato da canzoni che, incarnando energia e potere contemporaneamente, erano la fonte del trasferimento in un altro mondo.
Chiaramente si tratta solo di un’ipotesi, come ribadiscono gli stessi ricercatori, i quali concludono che questi disegni preispanici illustravano però di certo una sfera della cultura graficamente sfuggente, il canto e le canzoni”.
[…] il cosmo costituiva lo spazio che lo sciamano esplorò nel suo viaggio visionario – affermano – mentre le linee ondulate e a zigzag avrebbero potuto essere visualizzazioni di entrambe le canzoni che lo portavano anche a quella realtà parallela, come la sensazione di essere in quell’altro mondo
Il lavoro è stato pubblicato su Cambridge Archaeological Journal.
Fonte: Cambridge Archaeological Journal
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