L’Università di Trento riscrive il suo regolamento tutto al femminile (ma le reazioni non sono del tutto positive)

Una decisione che ha portato con sé una scia di polemiche: usare esclusivamente il femminile per tutte le cariche e i riferimenti di genere all’interno del regolamento dell’Università di Trento

Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trento ha recentemente approvato un nuovo regolamento generale di ateneo che ha scatenato polemiche e dibattiti riguardo alla sua particolare formulazione. La novità più controversa riguarda l’utilizzo esclusivo del femminile per tutte le cariche e i riferimenti di genere all’interno del testo, compresi i ruoli che tradizionalmente sono stati associati al maschile.

Secondo quanto dichiarato dal Rettore dell’Università, Flavio Deflorian, l’intento di questa scelta è stato quello di semplificare il linguaggio del regolamento, evitando l’appesantimento derivante dall’utilizzo di termini declinati sia al maschile che al femminile. Volendo scegliere un genere solo, si è optato per quello femminile.

Tuttavia la decisione di adottare il femminile per tutte le cariche e i ruoli non è stata gradita all’unanimità. Deflorian ha rivelato di aver ricevuto numerose mail polemiche e offensive in seguito all’approvazione del regolamento, evidenziando come alcuni uomini abbiano interpretato questa scelta come una minaccia alla loro virilità.

Nonostante questo, il Rettore ha sottolineato che la decisione è stata presa per favorire l’inclusività e la rappresentatività nel linguaggio ufficiale dell’ateneo, rispecchiando la necessità di un cambiamento culturale e linguistico.

“I termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone”

La scelta di utilizzare il femminile sovraesteso nell’Università di Trento è ben espressa all’articolo 1 dove si legge che “i termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone”, cioè anche agli uomini. Di contro, secondo Deflorian, il maschile sovraesteso è frutto di una “un’asimmetria linguistica importata da secoli in cui la parità di genere non era certamente il nostro forte”.

La reazione del Rettore alle critiche è stata ferma ma aperta al dialogo, evidenziando la volontà dell’Università di favorire la discussione e il dibattito su temi importanti come l’inclusività e l’uguaglianza di genere pur ammettendo di non aspettarsi un tale polverone mediatico.

Questo approccio linguistico si allinea agli sforzi precedenti dell’ateneo per promuovere un linguaggio rispettoso delle differenze di genere e contrastare la discriminazione basata sul genere. Deflorian ha continuato spiegando di essersi sentito “escluso” come uomo leggendo il documento e di aver così riflettuto e capito come possono sentirsi le donne quotidianamente quando non si vedono rappresentate nei documenti ufficiali.

Spiegazioni che però non sono bastate a placare l’eco di “no” che si è alzato, in particolare sui social. C’è chi sostiene che non sia questo il modo di risolvere il problema di genere e che il rispetto dell’altra persona vada praticato a prescindere dal genere e da queste iniziative.

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Fonte: UniTrent

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