Questa pubblicità denuncia il problema della disuguaglianza salariale (in un modo che ti lascerà volutamente senza parole)

Una pubblicità con un approccio totalmente provocatorio per far parlare del problema persistente della disuguaglianza salariale tra uomini e donne (di cui ancora si tace troppo spesso)

La pubblicità recentemente lanciata dall’agenzia mortierbrigade e dall’organizzazione ZIJkant ha fatto scalpore sui social network, utilizzando un approccio totalmente provocatorio per denunciare la persistente disuguaglianza salariale tra uomini e donne. In un mondo in cui la trasparenza delle retribuzioni è ancora un obiettivo lontano, questa campagna ha colpito nel segno, attirando l’attenzione su un argomento spinoso e troppo spesso tabù.

La legge sulla trasparenza delle retribuzioni introdotta dal Parlamento europeo nel 2023 sembrava promettere un passo avanti verso una retribuzione equa e la riduzione del divario retributivo di genere. Tuttavia, la realtà è ben diversa, con le donne che continuano a essere pagate il 21% in meno degli uomini, evidenziando una chiara mancanza di considerazione per le donne sul posto di lavoro.

La campagna si basa su una domanda semplice ma fondamentale: “Quanto guadagni?”. Tuttavia questa domanda, così diretta, diventa estremamente difficile da rispondere, come dimostrato in modo sarcastico nello spot pubblicitario.

Basandosi su dati rivelatori di un recente studio condotto da Ipsos per conto di ZIJkant, il film mette in luce la radicata riluttanza delle persone a discutere apertamente di stipendi, contribuendo così al persistente divario retributivo tra uomini e donne.

Un tabù che complisce soprattutto le donne

Lo studio rivela che la mancanza di trasparenza sugli stipendi è un problema diffuso in Belgio. Qui quasi la metà degli intervistati non ha idea dei pacchetti retributivi dei propri colleghi o superiori, e molti evitano addirittura di discutere del proprio stipendio con i colleghi o il capo.

Questo tabù salariale colpisce in particolare le donne, che spesso sono all’oscuro degli stipendi dei loro colleghi e superiori, oltre a esitare nel parlare dei propri guadagni con i superiori. Il regista Lionel Goldstein ha esagerato l’atteggiamento evasivo e distaccato delle persone rispetto al tema della trasparenza salariale, portando l’assurdità delle situazioni ad un livello estremo.

In occasione della ventesima edizione dell’Equal Pay Day, l’annuale giornata per la parità salariale, Goldstein ha voluto affrontare le reazioni assurde e stressanti provocate dagli uomini di fronte alla “domanda scomoda” sui salari. Lo spot cinematografico, lanciato proprio in occasione di questa giornata, si propone di mettere gli spettatori a disagio quanto l’argomento stesso, evidenziando la complessità e l’importanza della questione della disparità salariale di genere.

L’obiettivo era parlarne e lo spot ci è riuscito

Utilizzando il suo stile provocatorio e audace, Goldstein, insieme al team di Czar BE e mortierbrigade, si immerge nelle dinamiche sociali e psicologiche legate al tema dei salari e delle differenze di genere.

Lo spot mira a suscitare riflessioni profonde e a stimolare una discussione pubblica più ampia sulla necessità di affrontare apertamente e risolvere il problema del divario retributivo. Si distingue per la sua capacità di mettere in luce le contraddizioni e le tensioni presenti nella società belga, ma il suo messaggio è universale e applicabile in contesti globali dove la disparità salariale di genere continua ad essere un problema diffuso e urgente da affrontare.

L’iniziativa di marketing è stata brillantemente orchestrata, riuscendo a catturare l’attenzione del pubblico e a suscitare dibattiti su un argomento importante e attuale. In pochi giorni, lo spot ha accumulato oltre 300.000 visualizzazioni sui social network, dimostrando l’efficacia di un approccio creativo e provocatorio nella sensibilizzazione sulle questioni di disuguaglianza di genere e raggiungendo così almeno in parte il suo obiettivo.

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