Scarti di potatura e foglie di ulivi si trasformano in pannelli fonoassorbenti dall’elevato assorbimento acustico

Esplorando l'uso di fibre naturali e sottoprodotti agricoli come materiali fonoassorbenti, le foglie e gli scarti di potatura dell'olivo emergono come risorse promettenti per soluzioni eco-sostenibili nel campo dell'assorbimento acustico

In un mondo dove l’eco-sostenibilità non è solo una tendenza, ma una direzione necessaria per le nostre scelte quotidiane, ci troviamo di fronte a territori ancora inesplorati ricchi di promesse innovative. Uno di questi ambiti di ricerca potrebbe non solo cambiare il modo in cui interagiamo con gli spazi in cui viviamo, ma anche il modo in cui riutilizziamo ciò che tradizionalmente consideriamo “scarti agricoli“. Ad esempio, trasformare i residui delle ultime potature in un efficace sistema per migliorare l’acustica della propria abitazione o del proprio ufficio è ora una possibilità concreta. Benché gli studi su alcuni di questi materiali, come quelli derivati dall’olivo, siano ancora limitati, le ricerche iniziali promettono scoperte significative.

Le foglie d’olivo, in particolare, hanno dimostrato una notevole efficacia nell’assorbire suoni a medie frequenze, raggiungendo un coefficiente di assorbimento massimo di circa 0,98 intorno ai 520 Hz. Nonostante una diminuzione dell’assorbimento oltre tale picco, fino a un minimo di circa 0,62, le foglie hanno mantenuto un’efficacia accettabile anche alle alte frequenze. Ulteriori studi hanno esplorato le potenzialità di una pasta ottenuta mescolando le foglie di olivo con il 60% di cartone riciclato, rivelando un assorbimento acustico superiore a 0,4 lungo l’intera gamma di frequenze tra 200 e 1400 Hz.

Altri ricercatori hanno analizzato le foglie d’olivo, variandone la dimensione dei grani e combinandole con il chitosano. I risultati hanno mostrato uniformità fino a 400 Hz, con un coefficiente di assorbimento (α) di circa 0,3, divergendo significativamente a frequenze più elevate, dove α ha raggiunto valori tra 0,55 e 0,95, evidenziando picchi notevoli a circa 1200 Hz e 4000 Hz.

L’innovazione del Politecnico di Torino con gli scarti dell’olivo

Il Politecnico di Torino si è distinto investigando come gli scarti di potatura dell’olivo possano essere valorizzati in strutture fonoassorbenti. Questo approccio promuove un modello di economia circolare, sfruttando risorse altrimenti considerate rifiuti. Le ricerche hanno preso in esame diverse configurazioni che impiegano trucioli di potatura di olivo come riempimento in telai di compensato. Si è osservato anche l’effetto dell’aggiunta di uno strato di Tissue-Non-Tissue (TNT) e di un rivestimento superficiale con pellicola spray.

Le sperimentazioni, condotte in una camera riverberante a piccola scala (SSRR), hanno evidenziato come i campioni, mantenendo costante lo spessore, presentino valori di assorbimento acustico ponderati (αw) tra 0,15 e 0,35, con picchi che superano lo 0,50 sopra i 500 Hz. Inoltre, è interessante sottolineare che l’introduzione del TNT e del rivestimento con pellicola spray non ha alterato significativamente i risultati. Queste scoperte confermano il potenziale delle foglie di olivo e degli scarti di potatura come efficaci materiali fonoassorbenti, sottolineando la loro rilevanza per lo sviluppo sostenibile e la mitigazione dell’impatto ambientale.

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Fonte: MDPI

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