Vietato l’uso del terribile veleno stricnina per il controllo della fauna selvatica in Canada

Passo avanti nella controversa gestione della fauna selvatica canadese. I grandi carnivori non potranno più essere uccisi tramite stricnina, un alcaloide particolarmente tossico in grado di provocare grandi sofferenze negli animali che lo ingeriscono

Nessun prodotto contenente il potente veleno stricnina potrà essere più utilizzato nei territori canadesi per il controllo e la gestione della fauna selvatica locale. Lo ha stabilito l’Agenzia Health Canada, introducendo un divieto per il quale le associazioni animaliste e ambientaliste si sono battute con tutte le loro forze.

Da anni, le organizzazioni di protezione animale presentano report sui pericolosi effetti di questa sostanza tossica. La sintomatologia è pressoché immediata. Tuttavia, la stricnina è nota per causare dolorosissime convulsioni, che possono durare fino a 24 ore prima che gli animali che la ingeriscono muoiano soffocati o sfiniti da una sofferenza inimmaginabile.

Ma la stricnina non uccide solamente gli obiettivi target decisi dagli enti canadesi. Questo alcaloide stermina ogni anno un numero impressionante di altri animali selvatici come le aquile reali, le linci e anche i cani di proprietà, che si imbattono nelle esche avvelenate.

Questa decisione è un’enorme vittoria per gli animali selvatici in tutto il Canada, La stricnina è tra i veleni più raccapriccianti esistenti. Siamo entusiasti del fatto che gli animali non sopporteranno più l’agonia dell’avvelenamento da stricnina nel paesaggio canadese” ha dichiarato Kaitlyn Mitchell, direttrice della difesa legale di Animal Justice.

Cos’è la stricnina

Come chiariscono gli esperti degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani, la stricnina è un alcaloide vegetale estratto dalla Stychnos nux vomica. Si presenta sottoforma di una polverina di colore bianco dal sapore amaro, utilizzata purtroppo per la preparazione di bocconi avvelenati.

Fino ad oggi, in Canada, l’utilizzo di questo prodotto era consentito nei programmi di gestione della fauna, malgrado fosse a dir poco inaccettabile. Ecco, perché, le associazioni animaliste considerano la decisione una grande vittoria.

Bisogna attuare misure alternative

La comunità scientifica sostiene da sempre l’urgenza di attuare misure alternative all’abbattimento della fauna selvatica per ridurre le predazioni del bestiame. Il divieto di avvelenamento costituisce un primo passo compiuto verso un approccio più rispettoso degli animali.

Esistono modi più efficaci per prevenire i conflitti, che sono anche più responsabili dal punto di vista etico e ambientale. Molti canadesi li stanno già utilizzando con successo” ha affermato Sadie Parr di WeHowl.

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Fonte: HSI

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