Il disastro (annunciato) degli allevamenti intensivi di salmone in Islanda: il documentario che devi vedere

Cosa si nasconde dietro l'allevamento di salmone in Islanda? Gli effetti devastanti di questa attività messi a nudo in un documentario, che sostiene la campagna per vietare questa forma di allevamento industriale nel Paese

Salmone islandese vuol dire qualità pensando alla terra del ghiaccio e del fuoco, ai suoi fiordi selvaggi, ma la maggior parte del salmone che arriva sulle nostre tavole non è selvatico.

Proviene bensì dagli allevamenti industriali, un disastro annunciato per l’ambiente e per il benessere degli animali che gli islandesi stessi stanno provando a fermare per proteggere il loro Paese e la loro natura.

Tutto ciò è raccontato in un documentario lanciato da Patagonia Films dal titolo Laxaþjóð | A Salmon Nation. Il cortometraggio getta luce sugli allevamenti di salmone in reti aperte dell’Islanda, svelando tutto ciò che si nasconde dietro un trancio di salmone islandese, tra testimonianze, proteste e immagini agghiaccianti.

A largo dei fiordi islandesi, in mare aperto, si vedono recinti circolari e sovraffollati, dove i salmoni vengono trasferiti e allevati in maniera intensiva. Sono vaccinati per poter rispondere alle infezioni e il loro corpo è molto più grande degli esemplari selvatici perché devono crescere velocemente, mettendo su peso e grasso in tempi brevi.

salmone selvatico

@Patagonia

Riportano ferite, lesioni di ogni genere, deformità a causa di epidemie di pidocchi, parassiti e malattie. Le terribili condizioni di allevamento sono responsabili di elevati livelli di stress e di un tasso di mortalità del 25% in alcune aree.

Ciò significa che ogni anno muoiono tra i 65 e i 70 milioni di salmoni negli allevamenti industriali.

Ma gli allevamenti ittici non sono terrificanti solamente sotto questo punto di vista. Questa forma di allevamento in rapida crescita in Islanda sta inquinando le coste e spingendo i salmoni selvatici verso l’estinzione.

Nell’Atlantico settentrionale la popolazione di salmone selvatico è precipitata e oggigiorno è solamente un quarto di quella che era nel 1970 con conseguenze spaventose anche per altre specie.

Il salmone non è più un alimento di lusso per chi di noi vive nei paesi sviluppati: oggi ne mangiamo il triplo rispetto al 1980. Ma questo rapido aumento dei consumi ha un costo enorme per la natura” scrive Patagonia.

Gli islandesi lo sanno e stanno facendo sentire la propria voce affinché il parlamento d’Islanda approvi la nuova legislazione per regolamentare ancor di più acquacoltura, in discussione quest’anno.

Abbiamo commesso tutti gli errori dell’agricoltura industriale sulla terraferma e ora stiamo facendo gli stessi disastrosi errori con gli allevamenti ittici. Come pescatore a mosca, ho visto in prima persona come le acque islandesi stiano morendo più rapidamente di quanto avrei mai potuto immaginare. Ora l’Islanda ha la possibilità di ravvedersi e porre fine agli allevamenti in reti aperte” ha dichiarato Yvon Chouinard, fondatore di Patagonia.

Il documentario sostiene la campagna e una petizione per vietare gli allevamenti di salmone in reti aperte. L’intero film è disponibile QUI.

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Fonte: Patagonia

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