Inchiostri per tatuaggi: cosa contengono davvero? Non solo quello indicato in etichetta, secondo questo studio

Uno studio condotto negli Stati Uniti ha rivelato che il 90% degli inchiostri per tatuaggi analizzati conteneva sostanze non dichiarate, tra cui fenossietanolo, antibiotici e potenziali allergeni

Cosa contengono davvero gli inchiostri per i tatuaggi? Se lo sono chiesti diversi studi nel corso degli ultimi anni ma ora i risultati di una nuova ricerca, condotta negli Usa, stanno scioccando gli amanti dei tattoo negli States.

Lo studio, condotto dalla Binghamton University e pubblicato su Analytical Chemistry, ha infatti sollevato gravi preoccupazioni sulla sicurezza degli inchiostri per tatuaggi. L’indagine ha rivelato che il 90% degli inchiostri analizzati conteneva sostanze non dichiarate.

Il team di ricerca ha esaminato 54 campioni di inchiostro provenienti da 9 produttori statunitensi, gli inchiostri erano di diversi colori e provenivano sia da grandi aziende che da produttori più piccoli ma non vi erano differenze sostanziali da marca a marca: la gran parte dei prodotti conteneva additivi e/o pigmenti non segnalati in etichetta (ben 45 inchiostri su 54).

Di che sostanze parliamo? Di fenossietanolo, ad esempio, possibile interferente endocrino, e addirittura di un antibiotico comunemente utilizzato per le infezioni del tratto urinario. Più della metà degli inchiostri analizzati conteneva poi polietilenglicoli, sostanze associate a possibili danni agli organi attraverso l’esposizione ripetuta. Un ulteriore problema è rappresentato dalla presenza di propilenglicole, un possibile allergene.

Nello studio si legge che:

Molti degli adulteranti comportano possibili rischi allergici o di altro tipo per la salute. Nel loro insieme, i risultati di questo studio evidenziano il potenziale di un problema significativo legato all’etichettatura imprecisa dell’inchiostro per tatuaggi negli Stati Uniti.

Ma come sono finiti questi ingredienti non dichiarati negli inchiostri per tatuaggi?

Non è chiarissimo, i ricercatori ipotizzano che gli ingredienti non dichiarati potrebbero essere stati aggiunti intenzionalmente durante la produzione degli inchiostri ma è possibile anche che i produttori abbiano ricevuto materiali etichettati in modo errato o contaminati.

La ricerca inevitabilmente solleva interrogativi sull’efficacia delle regolamentazioni dell’industria dei tatuaggi negli Stati Uniti. Pensate che, fino alla fine del 2022, gli inchiostri non erano regolamentati dalla Food and Drug Administration ed evidentemente, nonostante l’approvazione del Modernization of Cosmetics Regulation Act (MoCRA), c’è ancora molto da fare per renderli sicuri.

In Europa possiamo stare più tranquilli?

A differenza degli Stati Uniti, in Europa l’industria dei tatuaggi è soggetta a regolamentazioni più severe, supervisionate dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche. Tuttavia, il dubbio che i controlli attuali non siano sufficienti, viene, soprattutto considerando la complessità della catena di produzione e le sfide nel garantire la conformità agli standard.

In effetti, alcuni anni fa, un’indagine condotta in Francia sugli inchiostri per tatuaggi era arrivata a risultati simili a quelli americani: Inchiostri per tatuaggi: in Francia 15 su 20 contengono sostanze cancerogene . Successivamente però è entrata in vigore una pesante restrizione relativa agli inchiostri per tatuaggi: Tutta la verità sui tatuaggi a colori e cosa entra esattamente in vigore da domani

Non c’è dubbio comunque che, vista la delicatezza della questione e il fatto che questi inchiostri finiscono poi indelebilmente sul nostro corpo, vi è necessità di una maggiore vigilanza e regolamentazione, sia negli Stati Uniti che in Europa.

La sicurezza dei consumatori dovrebbe essere la priorità assoluta, e gli organismi regolatori devono essere pronti ad adottare misure più rigorose per garantire la trasparenza e la conformità degli ingredienti negli inchiostri per tatuaggi.

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Fonte: Analytical Chemistry

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