Nella moda di oggi, guidata dalla fast fashion, c’è un grande problema: produciamo troppi rifiuti. La gente compra molti vestiti e ne butta via il 60% in un anno. Secondo la Ellen MacArthur Foundation, se continuiamo così, entro il 2050 le discariche saranno piene di 150 milioni di tonnellate di vecchi vestiti.
In risposta a questa emergenza, EcoKaari, una startup con sede a Pune, in India, sta mostrando un eccellente esempio di economia circolare, trasformando i rifiuti in oggetti di design. Tra questi, troviamo borse, borsette, zaini, marsupi, portafogli, ma anche elementi meno convenzionali come vasi da fiori e tovaglie. Tutti questi articoli nascono dalla trasformazione di imballaggi di plastica, precedentemente destinati a ingombrare discariche e ambienti naturali.
Da rifiuti a risorse
Ma come si realizza questa trasformazione? Il processo inizia con la raccolta degli imballaggi di plastica, che successivamente vengono puliti con attenzione utilizzando detergenti biodegradabili. Questa fase prevede anche un uso responsabile dell’acqua, per minimizzare l’impatto ambientale. Una volta asciutti, gli imballaggi sono tagliati, arrotolati e infine tessuti, dando vita a prodotti unici e di grande valore aggiunto.
Attraverso un processo che privilegia l’ecosostenibilità, EcoKaari non richiede l’uso di calore, elettricità o sostanze chimiche, rendendo possibile l’installazione del proprio sistema di riciclaggio anche nei villaggi più remoti. I suoi articoli vengono realizzati tramite tecniche tradizionali quali charkha e telai a mano, un’iniziativa che non solo tutela l’ambiente ma promuove anche l’inclusione sociale, offrendo opportunità di lavoro a donne e giovani di comunità svantaggiate.
Nel corso dell’ultimo anno fiscale, l’organizzazione ha riutilizzato quasi 17.000 sacchetti e imballaggi di plastica, contribuendo a ridurre significativamente il volume di rifiuti destinati a discariche e oceani, con l’ambizione di ampliare ulteriormente il suo impatto. La facilità di reperimento di questi materiali, grazie alle collaborazioni con organizzazioni di raccolta dei rifiuti e all’acquisto diretto dai raccoglitori, sottolinea la scalabilità dell’iniziativa. L’azienda si avvale anche di scarti tessili provenienti da diverse fasi della produzione industriale, dimostrando una notevole capacità di sfruttare risorse altrimenti destinate al rifiuto.