Scoperti strani fossili di “drago” nelle profondità del Mar della Cina

Il Dinocephalosaurus orientalis, il temibile drago degli oceani risalente a ben 240 milioni di anni fa: un predatore preistorico dal collo lungo svelato da recenti scoperte nel Mar della Cina

Nelle profondità del Mar della Cina, un gruppo di studiosi ha trovato dei preziosissimi resti di Dinocephalosaurus orientalis. Questo rettile marino sembra quasi un’invenzione fantastica piuttosto che una creatura che ha realmente solcato gli oceani 240 milioni di anni fa. Questo dinosauro si distingueva per il suo lungo collo sottile, una testa piccola munita di denti affilati, un corpo snello progettato per la velocità, quattro grandi pinne e una lunga coda, che insieme ne facevano un predatore formidabile nei mari del Triassico.

Nonostante non avesse la capacità di volare o di sputare fuoco, il Dinocephalosaurus orientalis emerge dalle ricerche come un predatore eccezionalmente efficiente simile a un “drago”. I primi ritrovamenti fossili di questa specie risalgono al 2003 in Cina, ma è solo grazie a scoperte più recenti che gli scienziati sono riusciti a costruire un quadro dettagliato della sua esistenza, culminato nella pubblicazione di un articolo sulla rivista Earth and Environmental Science. La sua classificazione tra i protosauri è stata confermata dal ritrovamento del cranio e delle prime vertebre cervicali nel 2006, mentre ulteriori scoperte hanno rivelato un collo costituito da almeno 32 vertebre, più lungo del resto del corpo e della coda messi insieme, per una lunghezza totale approssimativa di 6 metri.

La vita acquatica del Dinocephalosaurus Orientalis

Questo bizzarro essere sembra essersi adattato perfettamente alla vita marina, diventando un cacciatore temibile grazie alla sua agilità. La sua natura vivipara è stata confermata dalla scoperta nel 2017 di due embrioni all’interno della cavità addominale di alcuni esemplari, dimostrando che partoriva i suoi piccoli già formati direttamente in acqua, senza la necessità di deporre le uova sulla terraferma.

Gli studiosi continuano a indagare sui vantaggi evolutivi offerti dal suo insolito collo lungo. Si ipotizza che potesse consentire al Dinocephalosaurus orientalis una maggiore efficacia nella caccia, estendendo il proprio raggio d’azione oltre quello di altre specie con collo lungo, come il Tanystropheus, con cui sembra essere imparentato. Il ritrovamento di resti di pesci all’interno dello stomaco di uno dei fossili suggerisce che il lungo collo potesse essere utilizzato anche per esplorare le fessure del fondale marino poco profondo.

La scoperta di sette scheletri eccezionalmente ben conservati nella provincia di Guizhou rappresenta uno dei ritrovamenti più significativi per gli studi sul periodo Triassico, offrendo una visione dettagliata di una specie precedentemente sconosciuta e facendo del Dinocephalosaurus orientalis uno degli arcosauromorfi meglio documentati fino ad oggi.

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Fonte: NextMeCambridge University – RSE

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