“Oltre gli allevamenti intensivi”: presentata una proposta di legge per ridurre il loro impatto su ambiente e salute

È stata presentata alla Camera dei Deputati da Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia la proposta di legge dal titolo “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia”, per andare verso produzioni a più basso consumo di risorse e con minori impatti ambientali, sociali e sanitari

Sono fonte di crudeltà per milioni di animali, ma anche un enorme ostacolo alla lotta alla crisi climatica: gli allevamenti intensivi non sono più sostenibili in un Pianeta agonizzante e per questo le associazioni spingono per un piano di riconversione agroecologica del settore zootecnico.

Una normativa per una transizione ecologica del nostro comparto zootecnico, quindi, formulata in una vera e propria proposta di legge legge dal titolo “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia” e appena presentata alla Camera dei Deputati da Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia.

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La proposta di legge intende rendere protagoniste le piccole aziende agricole zootecniche – si legge nella nota – incoraggiando la transizione ecologica di quelle grandi e medie attraverso un piano di riconversione del sistema zootecnico italiano finanziato con un fondo dedicato e prevedendo nell’immediato una moratoria all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti.

Perché andare “oltre gli allevamenti intensivi”?

Perché il sistema zootecnico è responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca e ha conseguenze dirette sulla salute umana, specie per quanto concerne le emissioni di polveri sottili: l’Italia è seconda solo alla Polonia in Europa per morti premature da esposizione a PM 2,5, con quasi 50 mila decessi prematuri nel 2021.

L’enorme numero di animali allevati in modo intensivo nel nostro Paese, più di 700 milioni all’anno, richiede inoltre un grande uso di risorse, spesso sottratte al consumo diretto umano: due terzi dei cereali commercializzati nell’Unione Europea diventano mangime e circa il 70% dei terreni agricoli europei è destinato all’alimentazione animale, principalmente per coltivazioni come il mais che richiede tantissima acqua, una risorsa sempre più scarsa.

Il comparto agro-zootecnico soffre anche di grandi iniquità: l’80% dei fondi europei per l’agricoltura italiana finisce attualmente nelle casse di appena il 20% dei beneficiari. Il sistema, di fatto, penalizza le piccole aziende e favorisce quelle di maggiori dimensioni: secondo dati Eurostat, in poco più di dieci anni (tra il 2004 e il 2016) l’Italia ha perso oltre 320 mila aziende, ha assistito a un calo del 38% delle aziende più piccole, a un aumento del 23% di quelle più grandi e del 21% di quelle molto grandi.

Inoltre, una riconversione del sistema è necessaria perché, tra gli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese per il raggiungimento dei target in materia di inquinamento ambientale, c’è la Direttiva NEC, che impegna l’Italia a diminuire, a partire dal 2030, le emissioni di ammoniaca del 16% e quelle di PM2,5 del 40% rispetto ai livelli del 2005; e la Direttiva Nitrati, per il cui mancato rispetto è in corso una procedura d’infrazione a carico del nostro Paese con il rischio di pesanti sanzioni da parte della Corte di Giustizia europea. All’inquinamento da nitrati, data l’alta solubilità in acqua di questi composti azotati, è legato anche il rispetto della Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE), secondo la quale gli Stati membri avrebbero dovuto raggiungere il “buono” stato ecologico delle acque, superficiali e sotterranee entro il 2015, scadenza poi rinviata al 2027.

Gli obiettivi della proposta di legge

  • tutelare la salute pubblica riducendo gli impatti degli allevamenti intensivi, a partire dalle zone a più alta densità zootecnica
  • tutelare le risorse naturali a vantaggio della sicurezza alimentare delle generazioni presenti e future
  • contribuire al rispetto dei target in materia di clima, biodiversità e inquinamento
  • tutelare i piccoli allevamenti virtuosi garantendo un adeguato sostegno economico
  • promuovere la necessaria riconversione dei grandi allevamenti intensivi, tutelando in ogni caso i diritti delle lavoratrici e lavoratori
  • tutelare il benessere animale

QUI il testo della legge.

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