Inquinamento zero al 2050: raggiunto uno storico accordo per la qualità dell’aria nell’UE

La Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo nella serata di ieri 20 febbraio di grande importanza per la qualità dell’aria, sempre più preoccupante nel nostro continente. L’obbiettivo è raggiungere inquinamento zero al 2050

Buone notizie! Con la qualità dell’aria sempre più preoccupante nel nostro continente, nella serata di ieri 20 febbraio la Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo storico (per ora provvisorio) su una proposta che punta all’obiettivo inquinamento zero nel 2050.

L’aria è terribilmente inquinata in tutto il mondo: dall’ultimo report (2023) con dati raccolti dalla società svizzera ‘IQ Air’ emergeva che solo in 6 Paesi del mondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sull’inquinamento atmosferico sono soddisfatte, in particolare per quanto riguarda i livelli di PM 2.5.

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Proprio recentemente, inoltre, sono emersi dati davvero preoccupanti per il nostro Paese, dove molte città sono tra le più inquinate d’Europa, soprattutto in Pianura Padana, dove, complice una situazione geofisica che non aiuta il “ricambio d’aria”, l’inquinamento fa davvero paura.

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Il nostro continente, e in particolare l’Italia, ha davvero bisogno di ridurre l’inquinamento, complice di un numero crescente di morti premature: l’obbiettivo dell’accordo, infatti, è innanzitutto allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Per l’UE la salute dei suoi cittadini è una priorità – annuncia Alain Maron, ministro del governo della Regione di Bruxelles, responsabile di cambiamento climatico, ambiente, energia e democrazia partecipativa – Questo è ciò che abbiamo dimostrato oggi con questo accordo fondamentale che contribuirà a raggiungere l’ambizione dell’UE di eliminare l’inquinamento atmosferico entro il 2050

Le nuove norme puntano a migliorare drasticamente la qualità dell’aria che respiriamo e a contrastare efficacemente l’inquinamento atmosferico, riducendo così le morti premature e rischi legati alla salute.

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Cosa prevede l’accordo

Rafforzamento degli standard di qualità dell’aria

Con le nuove norme, saranno definiti standard rafforzati di qualità dell’aria nell’UE per il 2030 sotto forma di valori limite e target più vicini alle linee guida dell’OMS e che saranno regolarmente riesaminati.

La direttiva rivista copre in particolare una serie di sostanze inquinanti, tra cui particelle fini e particolato (PM2,5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzo(a)pirene, arsenico, piombo e nichel, e stabilisce standard specifici per ciascuno di essi, riducendo sensibilmente i valori limite per quegli inquinanti particolarmente pericolosi per la salute umana.

L’accordo provvisorio prevede che gli Stati membri abbiano comunque la possibilità di richiedere, entro il 31 gennaio 2029 e per ragioni specifiche e a rigorose condizioni, un rinvio del termine per il raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria:

fino al 1° gennaio 2040 per le zone in cui il rispetto della direttiva entro il termine sarebbe irrealizzabile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche o dove le necessarie riduzioni possono essere ottenute solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti;

fino al 1° gennaio 2035 (con possibilità di proroga per altri due anni) se le proiezioni mostrano che i valori limite non possono essere raggiunti entro il termine di raggiungimento.

Roadmap, e piani d’azione a breve termine per la qualità dell’aria

Nei casi in cui venga superato un valore limite o obiettivo o vi sia il rischio concreto di superamento delle soglie di allerta o di informazione per determinati inquinanti, il testo impone agli Stati membri di stabilire:

  • una tabella di marcia per la qualità dell’aria in anticipo se tra il 2026 e il 2029 il livello di inquinanti supera il limite o il valore obiettivo da raggiungere entro il 2030;
  • piani per la qualità dell’aria per le aree in cui i livelli di inquinanti superano i valori limite e obiettivo stabiliti nella direttiva dopo la scadenza;
  • piani d’azione a breve termine che stabiliscono misure di emergenza (ad esempio limitazione della circolazione dei veicoli, sospensione dei lavori di costruzione, ecc.) per ridurre il rischio immediato per la salute umana nelle aree in cui verranno superate le soglie di allerta

Anche in questo caso, comunque, si convenuto di includere requisiti più flessibili per stabilire la qualità dell’aria e i piani d’azione a breve termine nei casi in cui il potenziale di riduzione di determinate concentrazioni di inquinanti è fortemente limitato a causa delle condizioni geografiche e meteorologiche locali.

Clausola di revisione

Il testo provvisoriamente concordato invita la Commissione europea a rivedere gli standard di qualità dell’aria entro il 2030 e successivamente ogni cinque anni, al fine di valutare le opzioni per l’allineamento con le recenti linee guida dell’OMS e le più recenti evidenze scientifiche. Nella sua revisione, la Commissione dovrebbe valutare anche altre disposizioni della direttiva, comprese quelle sul rinvio dei termini di conseguimento e sull’inquinamento transfrontaliero.

Buona notizia quella del raggiungimento, nelle scorse ore, dell’accordo provvisorio dalla presidenza del Consiglio e dai rappresentanti del Parlamento europeo sulla proposta volta a fissare standard rafforzati di qualità dell’aria a livello europeo per il 2030 – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Una proposta tesa a raggiungere l’obiettivo di inquinamento zero, contribuendo così a un ambiente privo di sostanze tossiche nell’UE entro il 2050, e ad allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

L’accordo, comunque, deve ancora essere confermato da entrambe le istituzioni prima di passare attraverso la procedura formale di adozione.

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Fonte: Consiglio d’Europa

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