Allarme smog: Milano è stata davvero la terza città peggiore al mondo? Le cose non stanno esattamente così

In questi giorni in Pianura Padana l’inquinamento è senza dubbio ai massimi storici, ma da qualche ora rimbalzano sul web dati davvero allarmanti che riguardano la sola Milano, che comparirebbe al terzo posto tra le città più inquinate a livello mondiale. Ma come stanno davvero i fatti? Milano è inquinata, certo, ma guardiamo i numeri reali

Secondo una nuova classifica, ieri domenica 18 febbraio, l’aria di Milano è stata la terza peggiore del mondo, dopo soltanto Dacca, in Bangladesh, e Lahore in Pakistan. Un dato certamente allarmante: stando alla lista (che già oggi non è la stessa), l’indice di Milano avrebbe infatti raggiunto il picco di 193, Laohre 252 e Dacca 249.

Peccato che a snocciolare questi dati sia IQAir, società svizzera che commercializza depuratori per l’aria e prodotti simili. E non solo, il sito svizzero aggiunge anche un’avvertenza: la concentrazione di PM2.5 (le polveri più sottili sospese in aria) a Milano è attualmente 27,4 volte rispetto al valore guida annuale della qualità dell’aria indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità.

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Il 18 febbraio, quindi, sarebbe stata per Milano una giornata da dimenticare. Vero, ma non verissimo: la notizia di un forte inquinamento c’è, ma non è stata rappresentata in modo corretto. Perché?

Il ranking di IQAir

Ieri, quindi, Milano era la terza città al mondo con la peggiore qualità dell’aria. In realtà quella di QAir è una classifica aggiornata quotidianamente sui livelli di polveri sottili. Vero, infatti, che la classifica cambia ogni giorno, dimostrando in questo proprio la sua poca affidabilità. Sotto, infatti, la classifica di oggi, in cui Milano sarebbe ripiombata all’ottavo posto:

 

aria inquinata

©IQAir

Cosa vuol dire? Che IQAir può essere sì credibile, ma va preso con le pinze. Non è tenuta al rispetto del dato scientifico come lo è una organizzazione intergovernativa, non è un ente istituzionale, come lo sono le Agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpa).

Proprio l’anno scorso la stessa Arpa Lombardia aveva messo sugli attenti, spiegando le rilevazioni di IQAir non sono scientificamente affidabili perché non utilizzano strumenti conformi o con certificato di equivalenza ai metodi di riferimento indicati dalle normative europee in materia e perché la scelta del punto di misura probabilmente non è stata ben ponderata.

Mal’aria 2024, la situazione in Lombardia

A parlare chiaro è, piuttosto, l’ultimo report di Legambiente Mal’Aria di città”, realizzato nell’ambito della Clean Cities Campaign. Anche per questa edizone, per il monitoraggio l’associazione ambientalista ha preso in considerazione sia livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che di biossido di azoto (NO2).

Sotto la lente ben 98 capoluoghi di provincia di cui 18 presentano, valori di polveri sottili che sforano i limiti a livello europeo, con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo (mentre nel 2022 quelli “fuorilegge” erano 29).

Secondo i dati, il 2024 inizia infatti con un pesante smog. In tutti i capoluoghi della pianura lombarda le concentrazioni medie misurata dal 1° gennaio al 7 febbraio si sono mantenute al di sopra della soglia di legge per la concentrazione media annua (40 microg/mc): peggio di tutte Monza che nella centralina urbana fa misurare un valore medio prossimo ai 60 microg/mc sicuramente associata al traffico urbano. Non va molto meglio nelle altre città, a partire dal quadrilatero degli allevamenti intensivi, CR-BS-BG-MN, e poi Milano, Lodi e Pavia.

Un po’ migliore la situazione nei capoluoghi pedemontani di Varese, Como e Lecco, e a Sondrio, dove nonostante il forte ricorso all’utilizzo dei combustibili legnosi, la qualità dell’aria si mantiene entro la soglia di legge. Ma è una magra consolazione, considerando che quella soglia è ormai obsoleta e in via di aggiornamento, per avvicinarla al valore guida che l’OMS raccomanda di non superare come media annua (15 microgrammi/mc).

inquinamento lombardia

©ARPA

Se si passa dai valori medi alla conta dei giorni con aria inquinata oltre la soglia normativa per la tossicità acuta (50 microg/mc) le cose vanno molto male. Nei primi 38 giorni dell’anno, infatti, Bergamo e Brescia hanno già avuto 23 giorni di aria che, per la norma vigente, dovrebbe essere considerata ‘tossica’, nonostante la tolleranza che stabilisce in 35 il numero di giornate con polveri sottili superiori a 50 microg/mc.

In pratica, nelle due città si è respirata aria insalubre 2 giorni su 3. Non molto migliore il dato per le altre città della pianura, Monza, Cremona e Milano, pari (de)merito a 22 giorni. Il dato apparentemente migliore dell’atteso a Mantova non deve illudere: esso infatti accusa il malfunzionamento, per diversi giorni, della centralina di riferimento (Mantova Gramsci).

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