Fotovoltaico: investire in questi parchi solari riduce il periodo di ammortamento dei pannelli a 5 anni

Come l'investimento nell'agrivoltaico offre un approccio innovativo ed efficace per integrare energia rinnovabile e agricoltura, promettendo benefici finanziari e ambientali

Investire nell’agrivoltaico conviene e dimezzerebbe il periodo di ammortamento dei pannelli solari. A sostenerlo non sono i produttori di moduli fotovoltaici, ma alcuni ricercatori portoghesi che hanno scoperto come la costruzioni di parchi solari insieme a culture particolarmente amanti dell’ombra potrebbe essere davvero la chiave per facilitare la transizione energetica.

Questa strategia combina, infatti, agricoltura e energia solare, offrendo benefici sia per l’ambiente sia per l’economia. Ma come può funzionare questo mix? Investire nel settore dell’agrivoltaico si presenta come un’iniziativa inizialmente più onerosa rispetto ai classici impianti fotovoltaici installati a terra. Tuttavia, in alcune circostanze, il periodo necessario per ammortizzare il costo iniziale può essere inferiore ai cinque anni. Un interessante studio in Portogallo ci offre spunti importanti, mostrando che è possibile produrre cibo ed energia pulita nello stesso posto.

Gli esperti dell’Universidade de Lisboa e dell’Academia Militar di Lisbona hanno esplorato la possibilità di integrare l’agricoltura con la produzione di energia solare in Portogallo, valutandone l’attuabilità sotto profili finanziari, produttivi ed ecologici. Benché focalizzato sul contesto portoghese, lo studio fornisce spunti rilevanti per l’intero settore agrivoltaico nel Sud Europa.

Quando conviene investire nell’agrivoltaico?

Il 2023 ha segnato un traguardo storico per le energie rinnovabili in Portogallo, con una copertura del 61% della domanda elettrica nazionale e una produzione di 31,2 TWh in soli 12 mesi. Le prospettive future sono ancora più ambiziose: entro il 2030, il Portogallo, al pari di altri Stati membri, mira a quadruplicare la capacità elettrica solare attuale, raggiungendo gli 8 GW. Questo obiettivo implicherà significativi nuovi investimenti e la necessità di identificare ulteriori aree disponibili per l’installazione degli impianti.

Nel contesto portoghese, le aree designate come Riserva Agricola Nazionale (RAN), che costituiscono circa il 12% del territorio nazionale, sono principalmente destinate all’agricoltura. Queste zone, caratterizzate da condizioni agroclimatiche ottimali, potrebbero beneficiare dell’introduzione di tecnologie agrivoltaiche innovative. Queste soluzioni includono l’installazione di pannelli solari in configurazioni che permettono la coesistenza con l’attività agricola, come strutture sopraelevate o moduli disposti in file distanziate, facilitando il passaggio di macchinari agricoli e consentendo persino l’utilizzo di pannelli verticali come recinzioni per il bestiame.

A differenza degli impianti fotovoltaici tradizionali, gli obiettivi primari dell’agrivoltaico non si limitano alla massimizzazione della produzione energetica ma mirano a un’integrazione armoniosa con la produzione alimentare, portando vantaggi sia all’agricoltura che alla produzione di energia. Lo studio portoghese ha esaminato due tipologie di installazione agrivoltaica, evidenziando come entrambe possano garantire il recupero dell’investimento in meno di cinque anni, offrendo una resa superiore rispetto alla sola energia solare o all’agricoltura isolata. L’analisi ha introdotto il concetto di Land Equivalent Ratio (LER), un indicatore dell’efficienza nell’uso del suolo, dimostrando che un valore superiore a 1, come nel caso del layout con file distanziate (LER di 1,46), segnala una produzione combinata efficacemente ottimizzata.

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Fonte: ScienceDirect

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