Dopo il successo ottenuto con altri noti brand di moda, la Fur Free Alliance ha lanciato una vasta campagna globale contro Max Mara. L'obiettivo è convincere il marchio italiano ad adottare una politica "fur-free" così da dire addio per sempre alle pellicce
La Fur Free Alliance ha lanciato una campagna molto importante per bloccare la produzione e la vendita di pellicce di un noto marchio di moda, più volte finito al centro delle polemiche proprio per questo motivo. Parliamo di Max Mara.
La scelta del momento in cui lanciare l’iniziativa non è casuale. Tra febbraio e marzo, infatti, si svolgono le settimane della moda di New York, Londra, Milano e Parigi e, in questo periodo cruciale per i brand, la campagna ha il chiaro obiettivo di convincere Max Mara ad abbracciare una politica fur-free, seguendo l’esempio di altri marchi di lusso come Gucci, Versace, Armani, Prada, Valentino e Dolce & Gabbana.
La Fur Free Alliance, una coalizione di 50 organizzazioni per la protezione degli animali in 35 Paesi, stavolta ha ideato quella che si prospetta come la più grande campagna anti-pelliccia di tutti i tempi. Decine di migliaia di e-mail, chiamate e post sui social network sono attesi durante le prossime settimane, il che testimonia la crescente sensibilità su questo tema a livello globale e la necessità di fare ancora pressione affinché l’uso di pellicce diventi solo un brutto ricordo del passato.
Il nuovo appello segue il successo della Fur Free Alliance che è già riuscita in passato a persuadere altri giganti della moda ad abbandonare l’utilizzo di pellicce. Oltre 1500 marchi e rivenditori si sono già impegnati attraverso il Fur Free Retailer Program, dimostrando che le scelte e i valori aziendali possono andare di pari passo con l’etica e la sostenibilità.
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La campagna stavolta mira direttamente al cuore di Max Mara e tutti i marchi del Max Mara Fashion Group, come Marina Rinaldi e SportMax, che ancora utilizzano pellicce animali nei loro prodotti. In particolare si tratta di guanti in visone, polsini in pelliccia di volpe e cappucci bordati di pelo, di cui tutti possiamo fare benissimo a meno.
La Fur Free Alliance ha sottolineato ancora una volta le crudeltà che subiscono gli animali da pelliccia negli allevamenti, dove trascorrono la loro vita in condizioni degradanti prima di essere uccisi con modalità spesso atroci:
Negli allevamenti di animali da pelliccia , gli animali selvatici trascorrono tutta la loro vita in gabbie dal fondo metallico, privati della capacità di assumere comportamenti naturali, solo per essere uccisi tramite gas o elettrocuzione anale. In natura, gli animali vengono tenuti in trappole per giorni senza cibo né acqua finché i cacciatori non vengono a recuperarli.
Queste pratiche, oltre a essere eticamente discutibili, hanno anche conseguenze devastanti sull’ambiente, dato che gli allevamenti inquinano suolo e corsi d’acqua con rifiuti e sostanze chimiche tossiche.
Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, afferma senza mezzi termini che il fatto che Max Mara ancora commerci pellicce posiziona il brand fuori dal tempo e lo rende colpevole di crudeltà su animali:
Il sostegno di Max Mara all’arcaico e crudele commercio delle pellicce li fa apparire obsoleti e indifferenti alla sofferenza degli animali. Max Mara dovrebbe unirsi ai suoi colleghi “fur-free” e scegliere la compassione piuttosto che i profitti.
Come partecipare alla campagna
Ma veniamo al sodo. Come possiamo partecipare alla campagna per chiedere a Max Mara di dismettere le pellicce nei suoi capi? Ecco cosa suggerisce la Fur Free Alliance:
Scrivi un’e-mail a Max Mara per fargli sapere che hai a cuore gli animali e che desideri che non utilizzino più pellicce! Prosegui lasciando un commento sui canali social di Max Mara (Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn).
QUI potete trovare il format della lettera già preparato dalla Fur Free Alliance.
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Fonte: Fur Free Alliance
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