Fa troppo caldo e 50 miliardi di api si sono risvegliate in anticipo

Temperature record e api già in attività: l’andamento anomalo di questo inverno sconvolge anche la vita delle api e, di conseguenza, non può non impattare sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti

Anno 2024 e la storia si ripete: fa troppo caldo e le api già si risvegliano. Le temperature al di sopra delle medie stagionali, infatti, e il sole costante hanno fatto in modo che la popolazione delle api si sia risvegliata in anticipo a causa di una autentica “finta primavera”.

Sono circa 50 miliardi su tutto il territorio nazionale già in attività, dopo un 2023 che ha fatto registrare la caduta del 14% di precipitazioni in meno ed una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020.

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Le temperature che hanno toccato anche i 20 gradi fanno uscire dagli alveari le api che così, però, rischiano di morire di freddo se sono fuori dalle arnie quando le temperature si abbassano al calare del sole. E non solo: se mancano ancora le fioriture, ciò le destabilizza e fa consumare loro energie senza che ci siano raccolti.

Cosa rischiamo noi?

Se da un lato in pericolo si trova tutta la produzione di miele dopo che il raccolto del 2023 in Italia è stimato attorno ai 15 milioni di chili, fra i più poveri del decennio schiacciato dagli eventi estremi, tre colture alimentari su quattro (75%) dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni.

In media una singola ape visita circa 7mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilo di miele.

A preoccupare sono anche la siccità, che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi, e la mancanza di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, in un crescente stress idrico man mano che si scende verso Sud. Negli invasi della Sardegna il primo gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre in quelli della Sicilia a gennaio 2024 il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente secondo le analisi Coldiretti sui dati dei Dipartimenti Idrografici Regionali.

Uno scenario in costante crisi, quindi, del quale non possono non soffrire anche le api.

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