Il colosso dei prodotti agroalimentari e per l'igiene Unilever (marchi Knorr, Amora, Ax e Carte d'Or) ha citato in giudizio la catena di supermercati francesi Intermarché per la sua campagna di affissioni contro il fenomeno della shrinkflation e ritenuta dalla multinazionale "denigratoria"
Avevano affisso tra le corsie dei supermercati cartelli del tipo “Avant, Magnum ça voulait dire grand”, “Prima, Magnum significava grande” o “Knorr, mi piacevi”, per contestare contro la dilagante shrinkflation e segnalare ai consumatori la sgrammatura (la riduzione del peso a parità di prezzo) di alcuni prodotti marchiati Findus, Knorr, Magnum e Carte d’Or.
Ma l’iniziativa dei supermercati francesi Intermarché non è piaciuta a Unilever – la super multinazionale produttrice di questi e altri marchi (tra l’altro ultimamente indagata per false affermazioni “green” ) –, che si è sentita ingiuriata e ha così aperto un’azione legale.
Leggi anche: Stop alla shrinkflation: in questo supermercato per la prima volta al mondo un’etichetta avverte i consumatori
Dopo il bando, decretato da Carrefour contro Pepsico, poi dilagato in altre nazioni, Italia compresa, i francesi non ci stanno a sottostare alle regole del mercato, ma Unilever fa la parte da leone e trascina in giudizio Intermarché. La prima udienza si terrà mercoledì 31 gennaio davanti al Tribunale del commercio di Parigi.
Cos’era accaduto
Nei mesi scorsi i supermercati Intermarché avevano deciso di mettere na serie di cartelli in cui pubblicamente veniva tacciata la multinazionale britannica di shrinkflation, ossia di riduzione ponderale di alcuni prodott a ugual prezzo. Una denuncia bella e buona che faceva simpaticamente il verso agli annunci pubblicitari reali:
- il claim “Knorr j’adore’ è diventato ‘Knorr j’adorais” (Adoravo Knorr) con le parole ‘J’adore’ barrate e una nota per quantificare il rincaro (in base alla perdita di volume)
- oppure: “Avant Magnum, ça voulait dire grand (Una volta Magnum voleva dire grande). Anche qui la sgrammatura dei gelati corrisponderebbe a una perdita 70 grammi
- e ancora su Findus, altro marchio Unilever: “Ça jette un froid” (‘Proietta un’ombra”), mentre la didascalia stima
La denuncia
Unilever non ci sta e lo scorso 17 gennaio ha chiesto l’intervento degli ufficiali giudiziari che hanno ordinato uno stop e due giorni dopo la multinazionale ha fatto partire l’azione legale.
Uno scontro fra titani, considerando che Unilever ha un giro d’affari mondiale di 60,1 miliardi di euro (dato al 2022) e 3,4 miliardi di consumatori al giorno. Ma vero è che la shrinkflation è particolarmente avversata dai francesi, tanto che lo stesso Governo intende promuovere una legge per obbligare i rivenditori a informare gli acquirenti di quando dimensioni o peso dei prodotti vengono diminuiti.
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Leggi anche:
-
- Si sta rimpicciolendo anche la birra: la shrinkflation colpisce pure la bionda più amata
- La shrinkflation colpisce anche i gelati: da Oreo a Mars, ecco quali si sono “ristretti” in Germania
- Tutta la verità sulla pasta Barilla trafilata al bronzo da 400 grammi, è davvero un caso di shrinkflation?
- Non solo shrinkflation, così ci ingannano al supermercato con i formati maxi o famiglia