Machu Picchu: perché gli abitanti stanno scioperando e hanno dovuto evacuare oltre 700 turisti

Caos a Machu Picchu, dove da giorni sono in corso manifestazioni e proteste. Già 700 turisti hanno dovuto lasciare l'area da quando il 25 gennaio sono stati annunciati gli scioperi da parte degli abitanti

Grande confusione nel distretto peruviano di Machu Picchu, dove sorge la popolarissima fortezza Inca patrimonio dell’UNESCO. A partire dal 25 gennaio è in corso uno sciopero dalla durata indefinita. L’agitazione ha portato all’evacuazione di circa 700 turisti.

A manifestare sono gli abitanti, che con le organizzazioni locali si sono opposti alla vendita online dei biglietti d’ingresso del sito archeologico tramite la piattaforma Joinnus. I disservizi sono stati moltissimi già da giovedì.

I residenti si sono radunati in differenti punti del distretto in sit-in, altri marciano in cortei bloccando i binari dei treni. Il servizio ferroviario tra Ollantaytambo, Aguas Calientes e Hidroelectrica è stato sospeso fino a nuovo avviso. Tuttora l’area risulterebbe paralizzata.

Stando a quanto riferito da fonti peruviane, la ministra della cultura Leslie Urteaga sarebbe pronta a trovare un compromesso con gli abitanti di Machu Picchu. I cittadini, però, chiederebbero le sue dimissioni.

L’idea dell’acquisto dei biglietti sulla piattaforma è del Ministero della Cultura peruviano per agevolare i turisti e garantire una maggiore trasparenza. Gli abitanti locali vedono in questa mossa una privatizzazione del posto.

Oltre alla massima prudenza, le ambasciate raccomandano ai turisti di mettersi in contatto con le autorità locali per ripianificare viaggi e spostamenti nel limite del possibile.

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