Galline ovaiole in gabbia: quali aziende si stanno impegnando di più contro la crudeltà? 

Cresce il numero delle aziende che hanno deciso di abbandonare (seppur gradualmente) le gabbie nelle proprie filiere. Il report annuale Egg Track di Compassion in World Farming svela chi si sta sforzando di più per tutelare il benessere delle galline ovaiole

Recluse in anguste gabbie affollate per produrre le uova vendute da supermercati e impiegate nella filiera alimentare: è il triste trattamento riservato ancora oggi a milioni di galline ovaiole in Europa, dove ancora tutto questo è legale. Ma, nonostante i ritardi legati al’eliminazione delle gabbie da parte dell’Ue, l’inflazione e la diffusione dell’influenza aviaria, cresce il numero delle aziende che si stanno impegnando per garantire un migliore livello di benessere animale.

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Anche se non si può certo parlare di vittoria, sono dati confortanti quelli che arrivano dal settimo report globale EggTrack realizzato dall’organizzazione Compassion in World Farming. 

Nel corso del 2023 sono stati monitorati i progressi compiuti da 444 società verso il raggiungimento di 715 impegni a garantire un’esistenza free-cage. Per il 71% di questi impegni (511) sono stati comunicati i progressi fatti, con una transizione media del 75% verso l’uso di uova provenienti da sistemi alternativi.

@Compassion in World Farming

La maggior parte delle aziende in questione è rappresentata da supermercati (195) e aziende di ristorazione commerciale (111); 74 operano, invece, nella ristorazione collettiva, 51 sono trasformatori, mentre soltanto 13 sono produttori di uova.

Il maggior numero di aziende virtuose si concentra in Europa

A livello geografico i principali traguardi sono stati registrati in Europa e nel Regno Unito. A seguire troviamo gli Usa e infine le nazioni asiatiche e oceaniche, come mostra il grafico inserito nel report:

eggtrack2023

@Compassion in World Farming

Per quanto riguarda l’Europa, la transizione media si attesta all’80%. In particolare l’azienda Bakkavor Group plc ha annunciato un nuovo impegno ad abbandonare le gabbie nei suoi allevamenti; mentre 3 società hanno raggiunto parte degli obiettivi prefissati: si tratta di LJ Fairburn & Son Ltd, Gruppo Eurovo (in Italia) e KFC (in Europa). In totale sono stati comunicati progressi per il 75% dei 440 impegni assunti in Europa da 274 aziende.

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@Compassion in World Farming

I traguardi raggiunti dalle aziende che operano in Italia

E in Italia? Com’è lo scenario attuale? Su 33 aziende prese in esame da Compassion in World Farming, 27 hanno comunicato lo stato di avanzamento della propria transizione, con progressi medi verso l’abbandono delle gabbie dell’88%. I passi più importanti sono stati compiuti nel settore dei supermercati: dei 15 analizzati nel report, 14 rendono noti i loro progressi, che si attestano al 96%.

Per la prima volta Unes, la catena di distribuzione parte di Gruppo Finiper, è stata inclusa nel monitoraggio EggTrack grazie alla pubblicazione della propria politica ad abbandonare le gabbie, seppure limitatamente alle uova in guscio; invece Despar Italia ha esteso il proprio impegno a tutte le uova in vendita sui suoi scaffali, comprese quelle a marchi terzi (fino al 2022 la politica dell’azienda riguardava soltanto i prodotti con il proprio marchio).

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“La totalità delle aziende italiane della trasformazione incluse nel report ha completato la propria transizione, segnale positivo visto che si tratta di uova ‘nascoste’ in dolci, paste all’uovo e prodotti da forno. Ancora esclusi dal report grandi marchi come Bauli e Granarolo, per cui non è stato possibile trovare chiarimenti pubblici rispetto alla loro posizione in merito all’utilizzo di uova da allevamenti in gabbia” si legge nel report EggTrack 2023.

Segnali meno positivi giungono, invece, dal settore della ristorazione: non si sono registrati significativi passi avanti e in alcuni casi sono mancati gli aggiornamenti relativi ai progressi.

“Tuttavia, è interessante notare che la transizione media delle aziende di questo settore incluse nel report e che comunicano i progressi è del 79%” sottolinea Compassion in World Farming.

I grafici che mostrano gli avanzamenti da parte dei supermercati e delle altre aziende sul nostro territorio sono consultabili QUI. 

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Fonte: Compassion in World Farming

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