Così il riscaldamento globale sta stravolgendo le abitudini degli stambecchi esponendoli a maggiori rischi

Un nuovo studio scientifico getta luce sulle conseguenze del cambiamento climatico sugli stambecchi delle Alpi, dimostrando come le abitudini di questa specie siano cambiate negli anni a causa del riscaldamento globale

Stiamo assistendo tutti e in tutto il mondo agli effetti devastanti del cambiamento climatico. Mari bollenti, ghiacciai che scompaiono, alluvioni, siccità, temperature infernali. Proprio queste ultime potrebbero mettere in serio pericolo gli stambecchi delle Alpi, alterando le loro esigenze.

A darne notizia un nuovo studio scientifico pubblicato di recente sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. La ricerca, condotta dall’Università di Ferrara, ha dimostrato che questi ungulati stanno diventando animali notturni per sfuggire al caldo.

Gli esperti dell’ateneo hanno raccolto dati sull’attività diurna e notturna di 47 stambecchi, Capra ibex, nelle aree protette del Parco Nazionale del Gran Paradiso e del Parco Nazionale Svizzero. Si è tenuto conto della temperatura dell’aria, delle precipitazioni e della luminosità nella notte.

Le indagini hanno svelato che sia gli stambecchi maschi che le femmine erano più attivi di notte quando le temperature erano più alte nel corso della giornata.

Ma queste nuove abitudini significano anche un maggior rischio di predazione e vulnerabilità perché nell’area del Gran Paradiso sono distribuiti anche i lupi. Nella riserva svizzera, invece, il predatore non è ancora presente.

Sarebbero prevalentemente le femmine a essere più esposte agli attacchi dei lupi in quei territori, ma la disperata ricerca di condizioni migliori fa quasi dimenticare tutto il resto.

grafico stambecchi

@Proceedings of the Royal Society B

Gli stambecchi non sono infatti animali crepuscolari. Secondo i ricercatori avrebbero adottato questo meccanismo di difesa per proteggersi dal caldo poiché la capacità di termoregolazione della specie non è eccellente.

Questa strategia, però, potrebbe avere ripercussioni sulla popolazione locale spingendo gli esemplari nelle fauci dei lupi. L’impatto in termini di conservazione della specie deve essere ancora valutato.

La nostra ricerca mette in luce un’ulteriore conseguenza del riscaldamento globale che forzerà alcune specie diurne ad essere attive di notte, accettando un incremento nel rischio di predazione. Le conseguenze ultime di questi cambi nel comportamento delle specie diurne non ci sono ancora evidenti e dovremo capire se potranno mettere a rischio la conservazione di queste specie” ha commentato il professor Stefano Grignolio, supervisore dello studio.

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Fonte: Proceedings of the Royal Society B

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