Firmato il primo decreto attuativo della Legge Salvamare, regalo di Natale al mare: ora si potranno raccogliere i rifiuti di plastica nei fiumi
Da adesso non sarà più reato per i pescatori e i cittadini rimuovere i rifiuti finiti nelle acque dei fiumi.
Il Decreto attuativo sul recupero delle plastiche dai fiumi è un punto fondamentale della Legge Salvamare. Oltre l’80 percento dei rifiuti presenti in mare arriva proprio dai fiumi. È da qui che si inizia a proteggere il mare.
Ricordiamo che si tratta di una legge per la quale si era battuto con grande determinazione l’ex ministro all’ambiente Sergio Costa e che rappresenta uno strumento prezioso per la lotta all’inquinamento e per la salvaguardia dell’ecosistema marino (e non solo).
“Questo decreto stanzia i fondi necessari al programma sperimentale che vuol dire poter partire immediatamente nella sua attuazione, affinché si abbia un impatto concreto sin da subito. Il mare ha aspettato fin troppo.”
Queste le parole di Rosalba Giugni, Presidente della Fondazione ambientalista Marevivo che da anni si batte per l’approvazione della Legge Salvamare e dei suoi decreti attuativi.
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, il Viceministro Vannia Gava e il Direttore Generale Giuseppe Lo Presti, hanno lavorato per arrivare alla firma del decreto ministeriale che adotta il primo programma sperimentale, finanziato con le risorse autorizzate ai sensi del comma 3 dell’art. 6 della legge 17 maggio 2022, per il recupero delle plastiche nei fiumi.
Il provvedimento, nello specifico, prevede la realizzazione di interventi strutturali direttamente sui corsi d’acqua per la cattura, rimozione e gestione dei rifiuti plastici galleggianti, campagne organizzate con le associazioni di volontariato e iniziative di comunicazione e sensibilizzazione sul tema, unitamente a misure specifiche delle Autorità di bacino distrettuali.
L’augurio è che a breve siano resi attuativi i decreti che ancora mancano e che sono necessari perché consentirebbero di stabilire i criteri e le modalità con cui i rifiuti pescati dal mare possano essere riusati, recuperati e riciclati.ù
Verranno inoltre incentivate campagne di pulizia e di sensibilizzazione in tutto il territorio nazionale, di entrare nelle scuole per creare una diffusa conoscenza del patrimonio marino, di disciplinare l’installazione di dissalatori, particolarmente necessari nei cambiamenti climatici che producono siccità e desertificazione, di regolamentare impianti di acquacoltura, di gestire correttamente le biomasse vegetali spiaggiate (come la Posidonia), che “da problema possono diventare una risorsa, senza alterare il delicato ecosistema marino”.
“Per attuare una vera e propria “conversione ecologica” occorre l’impegno di tutti i soggetti coinvolti. È un regalo che dobbiamo fare a tutti noi perché ne va della nostra presenza sulla Terra”, conclude Marevivo,
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