L’influenza aviaria è scoppiata anche in Antartide

A Bird Island, nell’Oceano Antartico, si è ormai diffusa l’influenza aviaria. Dai primi contagi segnalati nel mese di ottobre, il virus si è ormai diffuso, provocando numerose vittime nelle specie che popolano queste remote regioni

L’influenza aviaria, come si temeva, è arrivata persino in Antartide: a Bird Island, nell’estremo sud dell’Oceano Atlantico, sono ormai moltissime le vittime tra le specie che popolano queste remote regioni. Il virus, infatti, dai primi contagi segnalati nel mese di ottobre, si è purtroppo rapidamente diffuso.

Bird Island si trova in particolare vicino alla Georgia del Sud, e funge da habitat critico per numerose specie di uccelli marini e foche. E, come riferisce il programma Copernicus della Commissione Europea, nel mese di ottobre proprio qui sono stati confermati i primi casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nella regione antartica.

aviaria scoppiata in antartide

©European Union, Copernicus Sentinel-2 imagery

La storia, in realtà, parte da lontano, perché già dallo scorso febbraio la Compassion in World Farming (CIWF) aveva lanciato l’allarme a seguito di inquietanti segnalazioni di casi di influenza aviaria in luoghi remoti come l’Antartide e aveva denunciato l’urgenza di riformare il settore avicolo, a partire dagli allevamenti intensivi.

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Mancano poche mutazioni perché inizi a diffondersi da persona a persona. Se vogliamo avere una possibilità di fermare questa crisi dobbiamo trarre insegnamento dalla pandemia Covid-19 – scriveva Philip Lymbery, direttore globale di CIWF – Dobbiamo agire prima che sia troppo tardi, e questo significa riformare urgentemente il settore avicolo a livello mondiale, abbandonando i sistemi intensivi che costituiscono un terreno fertile per la comparsa di nuovi e più letali ceppi di virus

Ma, come spesso succede, gli allarmi degli scienziati e degli esperti restano inascoltati e il virus si è diffuso terribilmente, provocando centinaia di vittime tra gli elefanti marini, insieme a un aumento della mortalità tra le foche, i gabbiani alghe e gli Stercorari bruni (Stercorarius antarcticus) in varie località.

Attualmente, sono stati identificati decessi confermati legati all’influenza aviaria in otto siti antartici, mentre altri 20 attendono risultati conclusivi dei test per casi sospetti. Il Comitato scientifico per la ricerca in Antartide ha recentemente avvertito che la proliferazione di questa malattia sta rappresentando una grave minaccia per la fauna selvatica della regione.

E non solo, perché lo scorso mese di luglio l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva già diramato un’allerta, indicando un aumentato pericolo dovuto alla crescente capacità del virus di infettare gli esseri umani.

Ma nulla è cambiato nelle pratiche umane.

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Fonte: Copernicus

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