Solo 30 esemplari sopravvivono in natura, ma grazie a progetti di tutela e conservazione l’Abete delle Madonie è pronto a riconquistare le sue montagne
Con soli 30 esemplari esistenti, l’Abete delle Madonie è una delle conifere più rare al mondo. Originariamente noto come “arvulu cruci cruci” per la caratteristica forma dei rami, questa specie siciliana ha un’importante storia che parte dall’ultima glaciazione per giungere fino ai giorni nostri.
Sta affrontando una situazione incerta, ma piena di speranza. Si pensava infatti che fosse estinto, ma la sorpresa è arrivata nel 1957 quando un gruppo di studiosi ha scoperto una popolazione residua di Abies nebrodensis nel Vallone Madonna degli Angeli, nei pressi di Polizzi Generosa sulle Madonie.
Questi 30 esemplari si trovano su crinali pietrosi a oltre 1600 metri sul livello del mare. La specie è stata dichiarata protetta nel 1968, e l’area è stata designata riserva naturale protetta nel 1984 e poi inclusa nel Parco Naturale Regionale delle Madonie nel 1989.
Il progetto LIFE4FIR
Per preservare e studiare la specie, è stato avviato il progetto LIFE4FIR nel 2001, coinvolgendo l’Ente Parco delle Madonie, la Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo, il CNR e l’Università degli Studi di Siviglia. L’obiettivo principale del progetto è aumentare la diversità genetica e migliorare la conservazione della popolazione di Abies nebrodensis attraverso misure “in situ” ed “ex situ”.
Il progetto mira a sostenere e proteggere gli alberi esistenti e le giovani piante nel loro habitat naturale, ripristinare la struttura dinamica della popolazione tramite il rimboschimento, conservare i semi e altri materiali biologici tramite una banca del seme e identificare strategie di supporto a lungo termine.
Il coordinatore del progetto, il Dott. Roberto Danti, ha spiegato che sono state realizzate recinzioni intorno agli alberi per proteggerli dagli animali erbivori e prevenire danni da escavazione dei cinghiali. Il progetto ha anche portato alla scoperta di 484 giovani piante nate vicino a “piante madri”.
C’è speranza per gli Abeti delle Madonie?
Nonostante la situazione critica con soli 30 esemplari sopravvissuti in natura, il progetto LIFE4FIR offre speranza per la conservazione e la riproduzione di questa specie unica. Le misure adottate mirano a garantire la protezione degli alberi esistenti e a stimolare la rigenerazione naturale.
Le piante in linea di massima stanno bene. Alcune presentano dei danni alla chioma a causa del morso degli animali erbivori e sono in generale sottoposti a stress, per via delle difficili condizioni ecologiche cui sono soggetti. Non si segnalano però patogeni particolari o forti criticità.
L’obiettivo per il futuro è la diffusione della specie sulle Madonie ma anche sulle altre montagne siciliane, dove la specie era già presente, attraverso la realizzazione di nuclei di riforestazione. Si parte dall’impollinazione manuale degli alberi sessualmente maturi per propagare il numero di piantine utilizzabili alla creazione dei nuclei.
Le operazioni di realizzazione dei nuclei di re-diffusione della specie sono iniziate. Due aree sono state già realizzate, mentre 8 sono in fase di realizzazione e si spera di completare le operazioni entro la data di chiusura del progetto a fine 2024.
In più a giugno 2023 sono state allestite presso i locali del museo dedicato all’Abete delle Madonie (MAN) a Polizzi Generosa una crio-banca e la banca del seme per la conservazione a lungo termine di semi, polline, embrioni isolati e linee di callo embriogenico del raro abete. La conservazione criogenica avviene utilizzando l’azoto liquido, dunque a temperature attorno i -196°C.
Il percorso tracciato dal progetto LIFE4FIR, visti i risultati positivi, deve continuare ma potrà essere applicato anche ad altre specie a rischio di estinzione in contesti climatici e geografici simili. Allo stesso tempo il progetto siciliano dovrà probabilmente essere adeguato alle sfide del futuro come quelle imposte dagli effetti dei cambiamenti climatici.
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Fonte: Il progetto LIFE4FIR
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