Massacrati tutti i mufloni sull’Isola del Giglio: “buttati dentro dei sacchi neri e trattati come rifiuti”

Sterminati tutti i mufloni dell'Isola del Giglio. Il piano di eradicazione della specie nell'Arcipelago Toscano si è concluso in un bagno di sangue, con i fondi pubblici destinati alla tutela della biodiversità, ma che - secondo le associazioni - hanno autorizzato un disastro ambientale

È stato portato a termine nel sangue il piano di eradicazione del muflone dell’Arcipelago Toscano con il massacro dei restanti esemplari. Sull’Isola del Giglio i mufloni sono stati trucidati uno dopo l’altro in un dispiegamento di forze che ha visto sul campo cacciatori, cani, elicotteri, trappole, doppiette.

Con l’uccisione degli ultimi 3 mufloni intrappolati nella tenuta del Franco senza alcuna possibilità di fuga, salvo sorprese, dei mufloni del Giglio non vi sarebbe più traccia. La specie, ritenuta invasiva nell’Arcipelago Toscano, è stata eradicata con la soddisfazione dell’Ente Parco e della Regione Toscana, come reso noto in un comunicato.

Quasi sicuramente erano due maschi e una femmina, uccisi e poi buttati dentro dei sacchi neri e portati via per essere smaltiti come rifiuti. Trucidati in quella che era la loro casa, uno spazio che credevano sicuro, fino a quando la Regione Toscana ha deciso, con i soldi dei contribuenti destinati alla protezione della fauna, di sterminare animali che sono a rischio estinzione” ha dichiarato Sara d’Angelo, presidente dell’associazione Vita da cani e coordinatrice della Rete dei Santuari di animali liberi.

Ad autorizzare la carneficina era stato il progetto LIFE LETSGO GIGLIO, che con l’intento di proteggere la biodiversità del Giglio ha previsto interventi di eliminazione di specie aliene e dannose. Tra queste vi è o meglio vi era il muflone. Per tale progetto presentato all’UE erano stati sborsati 1.6 milioni di euro.

Sin dal 2021 sono stati imbracciati i fucili fino alla sospensione delle attività a seguito dell’accordo raggiunto tra associazioni animaliste e l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano. In quell’occasione alcuni mufloni erano stati risparmiati e trasferiti in aree protette. Gli altri circa 40 individui non hanno avuto la stessa fortuna.

Non sono riusciti a salvarli gli attivisti giunti sull’isola, che disperatamente avevano chiesto l’aiuto di tutta Italia per impedire il massacro mentre le organizzazioni di tutela animale agivano legalmente. A loro parere, quanto accaduto sull’Isola del Giglio è un disastro ambientale e la Regione Toscana deve risponderne.

L’eradicazione del muflone del Giglio è una sconfitta per tutti, una storia inaccettabile di un animale prima importato sul Giglio e poi annientato.

È bene ricordare che il muflone venne introdotto nell’Arcipelago Toscano negli anni ’50 del secolo scorso con il rilascio di mufloni sardi per preservare l’identità della specie, protetta in Sardegna.

Uno studio pubblicato sulla rivista Diversity aveva suggerito che la popolazione del Giglio rappresentava un gruppo estinto altrove con il suo DNA ancestrale, un motivo in più per salvaguardare la diversità genetica di questa specie. Purtroppo, come i fatti dimostrano, sebbene il parere scientifico non si è voluto sentir ragione.

mufloni schema

@Save Giglio

Con l’abbattimento degli ultimi 3 mufloni del Giglio si è detto addio a quella popolazione. I loro corpi sono stati gettati in sacchi neri come fossero rifiuti da smaltire. Nel corso del 2024 proseguiranno comunque i sopralluoghi qualora qualche muflone dovesse essere scampato ai fucili.

mufloni uccisi

@Rete dei Santuari

Mentre Sammuri, presidente del Parco, ha elargito ringraziamenti per il raggiungimento dell’obiettivo, le associazioni animaliste fanno sapere che la vicenda non finisce qui.

Sono tanti gli interrogativi ancora senza risposta e tante le accuse mosse circa la gestione dei fondi pubblici, che invece che tutelare l’ecosistema del Giglio hanno distrutto parte di quella biodiversità che si è voluta istituire con il gruppo portato a metà Novecento.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonti: Rete dei Santuari di animali liberi/Parco Nazionale Arcipelago Toscano/Save Giglio

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram