Questa è la città più antica d’Italia, non è Roma e si trova in Sardegna

La città più antica del nostro Paese? Non è la capitale, il primato spetta a Sant'Antioco, località marinara che si trova su un'isola della Sardegna e la cui nascita si deve ai Fenici. La conoscevate? Vi portiamo alla sua scoperta!

Nell’immaginario collettivo Roma, la cui fondazione è fissata tradizionalmente al 753 a.C., viene considerata da tanti la città più antica della nostra nazione. Eppure non è così. Da un punto di vista urbanistico ad avere il primato è Sant’Antioco, comune sardo dell’arcipelago del Sulcis che quest’anno si è aggiudicato il secondo posto nella classifica del Borgo dei borghi.

L’isola su cui sorge è stata abitata sin dal III millennio a.C, ma furono i Fenici – che vivevano in pace con le popolazioni nuragiche – a fondare attorno al 770 a.C. la città di Sulki, che poi cambiò il nome in Sulci per diventare infine Sant’Antioco. Oltre ad essere la città più datata d’Italia, è anche una delle più antiche di tutto il Mediterraneo.

Stando alle ricostruzioni fatte dagli storici, la nascita di questo importante centro urbano si deve ad alcuni mercanti e navigatori, che la resero un punto strategico per la cività fenicia. I suoi traffici commerciali, infatti, andavano dalle coste mediorientali alla penisola iberica, dall’Africa Settentrionale all’Etruria, come dimostrano i numerosi reperti rinvenuti. Intorno alla fine del VI secolo a.C. la città passo nelle mani dei Cartaginesi, che presero possesso della Sardegna meridionale.

A seguito della conquista conquista la città attraverso un periodi di crisi, ma riusci a superarla presto grazie alla posizione privilegiata del porto e alle risorse presenti sul suo territorio, in particolare l’argento.

Cosa resta oggi dell’antica Sulki

Oggi il comune di Sant’Antioco – che prende il nome dal santo Patrono della Sardegna –  è molto apprezzata per le sue affascinanti spiagge e il mare cristallino. A rendere questa località caratteristica sono le sue case colorate, che danno una ventata di allegria, e il suo porticciolo.

La localitè è nota perché è uno dei pochi luoghi al mondo dove ancora resiste l’arte della tessitura del bisso (un tessuto formato dai filamenti solidificati della Pinna Nobilis Setacea, mollusco meglio conosciuto col nome di nacchera), a cui è dedicato anche un museo.

Sant’Antioco custodisce numerose testimonianze della sua lunghissima storia. Si possono, infatti, ammirare diversi nuraghi risalenti all’età prenuragica e nuragica. All’estremità settentrionale della cittadina di Sant’Antioco, sorge il tofet, una particolare santuario cittadino di matrice culturale fenicia che conserva il nome di “Sa guardia ‘e is pingiadas”.

Oltre alla basilica dedicata a Sant’Antioco (di origine bizantina), uno dei tesori da non perdere assolutamente è l’imponenete necropoli punica, datata tra V e fine III secolo a.C; questa si estende per sei ettari e occupa l’intero colle della basilica.

Ogni ipogeo è di 40 metri quadri: si stima che ce ne fossero 1500 e che quindi l’antica Sulci contasse circa diecimila abitanti, rappresentando così uno dei maggiori centri del Mediterraneo. Ancora oggi sono visibili i resti delle mura, dove furono rinvenute splendide statue gemelle di due leoni accosciati, che probabilmente erano posizionati nella porta d’accesso alla vecchia città. Sulla necropoli punica sorse poi quella romana e, in età cristiana, un cimitero di catacombe.

I numerosi reperti rinvenuti, risalenti al Neolitico, alla civiltà nuragica e fenicia e a quella punica e romana, sono custoditi all’interno del Museo archeologico comunale Ferruccio Barreca. Attraverso anfore, amuleti, utensili e maschere apotropaiche, ci si immerge in un passato lontanissimo, ma che ha segnato profondamente questa località sarda.

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Fonti: Comune di Sant’Antioco/Sardegna Turismo

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