La Terra Yanomami è il più grande territorio indigeno del Brasile: per proteggerla si sta insegnando agli indigeni a mapparlo utilizzando la tecnologia
I giovani indigeni della Terra Yanomami di Roraima stanno imparando a utilizzare i droni per monitorare e proteggere dall’alto il più grande territorio indigeno del Brasile. Un workshop, che fa parte del programma di protezione territoriale dell’Associazione Hutukara Yanomami (HAY), sta infatti insegnando agli indigeni come migliorare la mappatura delle aree del territorio utilizzando la tecnologia.
I workshop si svolgono in collaborazione con HAY e il Consiglio indigeno di Roraima (CIR). Le lezioni sono tenute dal Dipartimento di Gestione Territoriale e Ambientale del Consiglio Indigeno. La prima classe del progetto è composta da sei giovani Yanomami e Ye’kwana provenienti dalle regioni interessate dall’attività mineraria.
I giovani monitorano l’area utilizzando foto georeferenziate, che includono dati sulla posizione geografica, e video. A settembre, hanno completato la prima fase con lezioni teoriche e pratiche nel comune di Cantá, nel nord dello Stato, dopo aver ricevuto il certificato di abilitazione dall’Agenzia nazionale dell’aviazione civile (ANAC).
Tutto è iniziato nel 2021
Il direttore finanziario di HAY e responsabile dell’organizzazione dei workshop, Maurício Ye’kwana, ha spiegato come il progetto sia iniziato nel 2021, quando ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) nel Regno Unito, nella città di Glasgow.
Durante l’evento, ha parlato con i finanziatori olandesi dell’Europa occidentale, che hanno inviato un sostegno attraverso l’organizzazione umanitaria CAFOD (Catholic international Development Charity). Nel 2024 la formazione sarà affidata all’Associazione Wanassedume Ye’kwana (Seduume).
Si tratta di un investimento nel monitoraggio fatto dagli stessi indigeni, soprattutto nelle regioni del Canale del fiume Uraricoera, colpite dall’invasione mineraria, come la regione di Palimiú. Questi giovani saranno i futuri coordinatori di altre azioni di monitoraggio.
Si proteggerà il territorio con il monitoraggio delle regioni impattate dall’attività estrattiva
La seconda fase si è svolta in loco nella regione di Auaris, nella comunità di Fuduuwaduinha. Durante questa fase, i giovani hanno imparato a migliorare il loro lavoro preparando un piano di volo, riconoscendo la posizione e rendendo autonome le attrezzature.
Il monitoraggio delle aree minerarie è ancora un rischio a causa della presenza di minatori, soprattutto di gruppi armati e fazioni criminali. Per questo l’obiettivo è ora quello di mappare gli orti delle comunità di Fuduuwaduinha e Sanoma, che sono vicine a Ye’kwana, con foto georeferenziate, video, numero ed ettari di orti.
L’agronomo del CIR, Giofan Erasmo Mandulão, ha spiegato che il drone è uno dei componenti del Sistema informativo geografico (GIS), un insieme di sistemi software e hardware in grado di produrre mappe, immagini satellitari, carte topografiche, grafici e tabelle.
Le prossime azioni riguarderanno la protezione del territorio con il monitoraggio delle regioni impattate dall’attività estrattiva, come a Waikás. Si punta a garantire innanzitutto la sicurezza di questi giovani: per questo motivo c’è già una persona qualificata a Waikás che inizierà presto questo lavoro.
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Fonte: Hutukara
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