Sembrava cosa fatta e invece il nuovo governo ha deciso di revocare la legge che vietava alle nuove generazioni di consumare sigarette e altri prodotti a base di tabacco
Il governo appena insediato della Nuova Zelanda ha annunciato l’intenzione di revocare una legge approvata nel 2022 che vietava alle nuove generazioni di consumare sigarette e altri prodotti a base di tabacco. Una mossa che ha ricevuto critiche da parte di medici ed esperti di salute pubblica.
Il governo, composto da una coalizione di partiti conservatori, ha dichiarato che i fondi precedentemente destinati alla lotta contro il tabagismo saranno ora utilizzati per finanziare tagli alle tasse, in linea con le promesse della nuova coalizione.
La legge del 2022 prevedeva divieti progressivi al fumo di tabacco, con l’obiettivo finale di vietare l’acquisto di sigarette e prodotti simili alle persone nate dopo il 2008. Inoltre introduceva restrizioni per rendere più costose e meno accessibili le sigarette, riducendo il numero di negozi autorizzati a venderle da circa 6.000 a 600 in tutto il paese. Mirava anche a limitare la quantità di nicotina nei prodotti del tabacco per ridurre la dipendenza.
Secondo il nuovo primo ministro, la decisione eviterà l’aumento del mercato nero legato alla vendita di sigarette
Le nuove regole dovevano entrare in vigore entro l’estate del 2023, ma durante i negoziati per formare il nuovo governo, la legge è stata oggetto di discussione. Il Partito Nazionale, il più votato ma senza la maggioranza necessaria, ha deciso di formare una coalizione con altri partiti. Durante questi negoziati, è stata decisa l’abolizione della legge anti-fumo per finanziare il taglio delle tasse.
Il nuovo primo ministro, Christopher Luxon, ha giustificato questa decisione affermando che eviterà l’aumento del mercato nero legato alla vendita di sigarette e che la mancata riduzione dei punti vendita avrà un impatto positivo sulla prevenzione della criminalità. Tuttavia Luxon non ha fornito dati a sostegno di queste affermazioni.
Prima dell’annuncio, un’analisi aveva previsto un risparmio significativo per il sistema sanitario nei prossimi 20 anni se la legge fosse stata attuata, con benefici soprattutto per le comunità Maori, dove il consumo di tabacco è particolarmente alto. Per questi motivi la revoca della legge ha sollevato preoccupazioni sulla salute pubblica e sulle conseguenze nelle comunità più vulnerabili.
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