Fibonacci è anche nella musica: così i compositori si sono ispirati alla sequenza più famosa (e perfetta) del mondo

La sezione aurea e la sequenza di numeri ad essa correlata è presente ovunque nella realtà fisica, tanto da investire ogni disciplina anche la musica

La sequenza di Fibonacci, un’affascinante successione di numeri naturali che inizia con 1 e 1, e prosegue con la regola che ogni termine successivo è la somma dei due precedenti, ha svolto un ruolo notevole nell’armonia e nelle scale musicali occidentali.

La sequenza di Fibonacci ha infatti molte applicazioni e connessioni con la matematica, la natura, l’arte ed anche con la musica. Per creare un’immagine della sequenza di Fibonacci in musica si può usare il principio della serie d’oro, che è una scala musicale basata sul rapporto aureo.

Esaminando la tastiera di un pianoforte, emergono relazioni intriganti: un’ottava comprende 13 note, divise in otto tasti bianchi e cinque tasti neri. Inoltre nelle scale musicali, la terza e la quinta nota formano la base di un accordo, e la nota dominante è la quinta nota, che coincide con l’ottava tra le 13 note totali di un’ottava.

Queste correlazioni si estendono al rapporto tra 8 e 13, che è approssimativamente uguale al rapporto aureo, un fenomeno matematico intrigante. Noti numeri della successione di Fibonacci, come 3, 5, 8 e 13, si riflettono nelle caratteristiche musicali menzionate.

Tanti compositori si sono ispirati alla sequenza Fibonacci per creare musica

Nella storia della musica, alcuni compositori consapevolmente si sono ispirati a questa sequenza numerica. Mozart, ad esempio, ha strutturato molte delle sue opere, come le sonate per pianoforte, in armonia con la sezione aurea. Ha concepito le sonate in modo che il rapporto tra il numero di battute nello sviluppo e nella ricapitolazione e il numero di battute nell’esposizione fosse circa 1,618, avvicinandosi alla sezione aurea.

Questo utilizzo della sequenza di Fibonacci non è limitato al periodo classico. Compositori come Bach nell’Arte della fuga, Beethoven nella Quinta Sinfonia, Bartók, Debussy, Schubert e Satie hanno incorporato proporzioni auree nelle loro opere, solo per citarne alcuni.

E venendo ad epoche più moderne, nel panorama rock i Deep Purple, i Tool e i Dream Theater hanno adottato la sequenza di Fibonacci nella struttura dei loro brani, dimostrando la sua rilevanza attraverso generi e secoli. Anche i Genesis vi sono ricorsi nella loro Fifth of Fifth in cui troviamo tre assoli che hanno lunghezze di 13, 34 e 55 battute.

L’influenza della sequenza di Fibonacci si estende oltre la composizione musicale. Nella liuteria, il maestro Antonio Stradivari ha costruito alcuni dei violini più pregiati utilizzando la sequenza e la sezione aurea. Questo principio è applicato anche nella fabbricazione di bocchini per sassofono, cavi degli altoparlanti e nella progettazione acustica di cattedrali.

La sequenza di Fibonacci e la sezione aurea si rivelano dunque elementi intriganti e duraturi che permeano la musica e la sua creazione, contribuendo a un’intensa bellezza e armonia.

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Fonte: Nota tra le righe

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