Buoni, incentivi ed estensione della garanzia dei prodotti: così l'Unione europea punta a promuovere la riparazione di smartphone, tablet ed elettrodomestici (disincentivando il consumismo)
Quante volte vi sarà capitato di dover buttare via un cellulare o un elettrodomestico perché guasto? Oggi siamo spinti ad acquistare un nuovo prodotto, anche perché farlo sistemare spesso e volentieri costa decisamente troppo. Siamo vittime di un consumismo scriteriato e pericoloso che, per via del boom di rifiuti elettronici (in molti casi smaltiti in modo inadeguato) e dello sfruttamento delle terre rare, sta gravando parecchio sull’ambiente.
Da qualche tempo l’Unione europea discute di una questione molto seria e urgente, ovvero il cosiddetto diritto alla riparazione. Finalmente, nelle scorse ore è arrivato il primo via libera da parte del Parlamento Ue, che ha adottato la sua posizione negoziale sulle nuove misure. Queste ultime si pongono un duplice obiettivo: da un lato agevolare i consumatori, portandoli a spendere meno, dall’altro ridurre l’inquinamento provocato dai RAEE.
Riparare invece di comprare
La parola d’ordine è riparare. Il testo adottato dal Parlamento europeo prevede che i venditori,durante il periodo di garanzia legale, siano tenuti a dare priorità alla riparazione se è più conveniente o se costa quanto la sostituzione del prodotto, a meno che non risulti impossibile o fonte di disagio per il consumatore.
I deputati propongono anche di prorogare la garanzia di un anno dopo l’avvenuta riparazione. La misura in questione riguarda smartphone e telefoni cordless, table, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, aspirapolvere e altri elettrodomestici, ma anche apparecchiature di saldatura e server. Secondo la proposta, le aziende dovrebbero essere obbligate a intervenire per riparare gli articoli fino a 10 anni dalla data d’acquisto, in base alla tipologia e ai requisiti di riparabilità.
Riparazioni più convenienti e accessibili a tutti
Un altro importante punto riguarda le modalità di riparazione, che saranno rese più semplici, veloci e convenienti economicamente. Il documento adottato propone, infatti, che i riparatori indipendenti, i professionisti del ricondizionamento e gli utenti finali abbiano accesso a tutti i pezzi di ricambio, alle informazioni e agli strumenti necessari per interventi a un costo ragionevole.
Questo perché al momento ai consumatori viene frequentemente sconsigliato di far sistemare un determinato prodotto a causa delle spese elevate, per via delle difficoltà di accesso ai servizi o ancora perché le caratteristiche di progettazione ne impediscono la riparazione.
Infine, grazie a delle piattaforme online ad hoc, i consumatori potranno trovare i riparatori (compresi i cosiddetti “repair café”) e i venditori di articoli ricondizionati presenti nella zona in cui vivono. Per incoraggiare gli europei a comprare meno e sistemare cellulari e articoli elettronici ancora recuperabili, i deputati hanno pensato di offrire dei buoni e introdurre altri incentivi finanziari destinati alla riparazione.
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Fonte: Parlamento Ue
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