“C’è ancora domani”, non solo Cortellesi: 5 libri da leggere assolutamente sui diritti delle donne

Ha conquistato un record dopo l'altro, ma “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi si porta dietro, in realtà, una serie di chicche letterarie. Quella di Delia è la storia delle nostre mamme e delle nostre nonne, una storia sulla quale mai dovranno spegnersi i riflettori e che, per fortuna, è stata raccontata magistralmente anche da tantissime scrittrici

Per indossare quella camicetta nuova hanno sudato caro e amaro, per guadagnare quel gruzzoletto di soldi da dare poi al marito padre padrone si sono umiliate, per mettersi un rossetto si sono messe in un angolo, lontane da occhi violenti. E poi, per partecipare a quell’ultimo grande atto finale (attenzione semi-spoiler), si sono messe lì, tutte in fila, nella maniera più naturale possibile: liberamente.

Paola Cortellesi ha segnato, col suo primo copione da regista, un meraviglioso punto nella storia del nostro cinema: musiche assolutamente contemporanee su scene in bianco e nero ambientate nel ’46, a significare che no, la condizione della donna non è stata stravolta del tutto. Abbiamo vinto qualche battaglia, certo, ma la lotta è ancora lunga.

È “C’è ancora domani” e, se non l’avete ancora visto, correte subito ai ripari.

Intanto, non solo Delia: il sito sololibri fa un meraviglioso excursus sulla letteratura legata a questo argomento e il risultato che propone è strepitoso.

Ecco i libri da leggere a corollario del film di Paola Cortellesi, ve li riproponiamo qui:

  • La Storia” (linkaffiliazione), Elsa Morante

In una Roma letteralmente devastata dalla guerra e occupata dai soldati, Ida Ramundo tenta di salvare i figli sopportando ogni tipo di atroce dolore.

“Le piccole virtù” è una raccolta di 11 racconti di Natalia Ginzburg. Tra questi, a ricordare l’opera della Cortellesi è il racconto Le scarpe rotte, scritto a Roma nell’autunno 1945, pubblicato sul Politecnico.
L’autrice, nata in “una famiglia dove tutti hanno scarpe solide e sane”, durante l’occupazione tedesca di Roma vive un difficile periodo di povertà: “non avevo che un solo paio di scarpe […] le sentivo sfasciarsi lentamente, farsi molli ed informi, e sentivo il freddo del selciato sotto le piante dei piedi”.

ginzburg

A circa 40 dalla sua pubblicazione, il romanzo La femme gelée continua ad essere uno dei libri più venduti in Francia. La terza opera letteraria di Annie Ernaux è considerata estremamente attuale, un vero e proprio manifesto sulla parità di genere. La femme gelée è un libro dallo stile crudo – quasi verista – che narra le vicende di una giovane coppia di sposi e la posizione della donna, su cui ricade gran parte delle incombenze. Il romanzo, uscito negli 1981, è stato accolto da non poche critiche in quanto tentava di demolire lo stereotipo della casalinga perfetta, ancora radicato nella società dell’epoca.

ernaux

Vincitore del Premio Campiello 2023, in “La resistenza delle donne” Benedetta Tobagi racconta una moltitudine di storie di donne partigiane che hanno combattuto durante la Resistenza, contribuendo alla costruzione della Repubblica italiana. L’autrice, attraverso un’accurata ricostruzione storica, restituisce la voce a tutte quelle donne che si sono rese protagoniste di una resistenza armata, ma soprattutto “civile”. Queste donne, descritte dalla Tobagi, fanno da sfondo all’ultima scena C’è ancora domani: sono le donne che circondano Delia e sembrano proteggerla, mentre risuonano le note di A bocca chiusa.

tobagi

Come poteva mancare lei, Michela Murgia. Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva, scriveva. Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male.

È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse.

“Stai zitta” mette in chiara luce il legame che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo.

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