I guardiani dei Cenote: la lotta per dichiarare il popolo Maya protettore di diritto delle sacre grotte

Vista la loro importanza ecologica ed idrologica, è fondamentale che i cenote vengano riconosciuti come soggetto di diritto e che i Maya ne siano dichiarati i protettori in modo da salvaguardare questo patrimonio inestimabile

Il collettivo Kanan Ts’ono’ot (ovvero Guardiani dei cenote, in lingua Maya) chiede che il popolo Maya sia dichiarato protettore dei cenote al fine di conservarli, restaurarli e proteggerli. I cenote sono un tipo di grotta con presenza di acqua dolce, ritenuta sacra. Si sono formati nella penisola dello Yucatan, nel sud-est del Messico, dall’impatto di un meteorite 66 milioni di anni fa.

Il collettivo è nato nel 2017 con l’obiettivo di fermare le attività di una mega-fattoria di allevamento di suini, dell’azienda Producción Alimentaria Porcícola (PAPO), installata a Homún, nello Yucatán, senza l’autorizzazione della popolazione. Questa avrebbe inquinato i cenote.

Dopo anni di proteste e di cause legali, è riuscito a sospendere l’installazione di megaprogetti nell’Anello dei Cenote e l’allevamento dei maiali. La loro lotta ha portato i membri di Kanan Ts’ono’ot a sostenere che i cenote richiedono una protezione definitiva.

Le richieste del collettivo Kanan Ts’ono’ot

Ora chiedono infatti che questi luoghi d’acqua siano riconosciuti come soggetti di diritto per via della loro importanza ecologica ed idrologica e per il valore che hanno per la cultura e la storia dei popoli Maya.

A ciò si aggiunge la richiesta che i Maya ne siano dichiarati i custodi. Se i giudici accettassero di dichiarare i cenote come soggetti di diritto, significherebbe un precedente importante nei processi di difesa degli ecosistemi in Messico.

Ma cosa vorrebbe dire tutto ciò? Il fatto che l’Anello dei cenote sia riconosciuto come soggetto di diritto non porterebbe con sé solo un cambiamento di paradigma nella giustizia ambientale nel Paese. Ciò che chiedono è che da questo riconoscimento le autorità abbiano l’obbligo di intraprendere azioni concrete, oggettive e chiare per proteggere quest’area.

Tra queste, in primis, il divieto di megaprogetti che possano avere impatti ecologici e sociali negativi sul territorio, la realizzazione di studi per conoscere gli effetti che l’Anello dei Cenote ha oggi e la progettazione di azioni di ripristino e strategie di gestione e conservazione.

Danneggiando i cenote, si danneggiano anche altri ecosistemi

Si tratta di una battaglia molto importante anche dal punto di vista economico in quanto gran parte degli abitanti di questi luoghi vive grazie a tali ecosistemi. C’è chi lavora direttamente all’interno, le guide turistiche, chi cucina nei piccoli ristoranti e chi lavora negli alberghi che accolgono i turisti. Insomma, i cenote sono il sostentamento economico di questi villaggi.

I membri del collettivo Kanan Ts’ono’ot sono diventati difensori di tutta l’area coperta dalla riserva in cui si trovano i cenote, un ecosistema vulnerabile soprattutto alla contaminazione da materia organica e inorganica a causa del tipo di suolo perché non può trattenere, trasformare o decomporre queste sostanze.

Nel caso in cui venisse danneggiato un cenote, i problemi non sarebbero limitati dato che le acque sono iperconnesse e, se colpite, anche altri ecosistemi vengono danneggiati.

Ad esempio le acque sotterranee sono legate a zone umide che consentono la comparsa della vegetazione per proteggere la regione dall’impatto di uragani o tempeste formando una barriera naturale.

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Fonte: Ladera Sur

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