Le larve di mosca soldato nera si sono rivelate una potenziale soluzione ecologica al problema dei rifiuti plastici, grazie alla loro capacità di degradare plastica attraverso un microbiota intestinale unico
Le larve di mosca soldato nera (Hermetia illucens) stanno diventando un punto di riferimento nella ricerca ecologica. Grazie alla loro eccezionale capacità di prosperare alimentandosi di diversi rifiuti organici e sottoprodotti dell’industria agroalimentare, rappresentano una potenziale soluzione al problema dei rifiuti plastici. La chiave del loro successo? Un particolare microbiota di batteri nel loro intestino, in grado di degradare plastiche ostiche come polietilene e polistirene.
Gli studi, condotti da un gruppo di ricerca che coinvolge l’Università degli Studi di Milano, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dell’Università degli Studi dell’Insubria – pubblicati sulla rivista Microbiome – hanno rivelato come queste larve ospitino nel loro intestino una serie di batteri capaci di produrre enzimi che scompongono le molecole di plastica. Durante gli esperimenti, alimentando le larve con polietilene e polistirene, si è osservata una notevole capacità di degradazione di questi materiali. La ragione? Gli enzimi prodotti dai batteri intestinali, come le laccasi e le perossidasi, che riescono a spezzare le catene molecolari dei polimeri.
Il potenziale per il futuro del riciclo
Le implicazioni di questa scoperta sono immense. Oltre a presentare un metodo ecologico per affrontare il problema dei rifiuti plastici, le larve di Hermetia illucens potrebbero diventare dei veri e propri “bioincubatori“, utili per selezionare microorganismi e geni da impiegare nella degradazione della plastica. Pensare di utilizzare questi geni in altri organismi potrebbe rivoluzionare il processo di bioconversione dei rifiuti plastici.
Ma la plastica non è l’unico campo in cui queste larve stanno mostrando il loro potenziale. L’ENEA ha recentemente condotto esperimenti per trasformare biomasse organiche in olio di alta qualità, utilizzabile nella produzione di biolubrificanti e bioplastiche. Con l’aiuto delle larve di Hermetia Illucens, è stato possibile recuperare fino all’80% dell’olio da scarti di prodotti da forno, come biscotti a base di semi di girasole. Questo olio, ricco di acido oleico, risponde a una crescente domanda di mercato ed è adatto per vari usi industriali. Queste ricerche ci mostrano come, attraverso soluzioni innovative, sia possibile affrontare alcune delle più grandi sfide ambientali del nostro tempo.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Università degli Studi di Napoli Federico II
Ti consigliamo anche:
- A 13 anni Giorgio studia il batterio mangia plastica e viene premiato come talento nella chimica
- I “superenzimi” mangia plastica possono davvero frenare il nostro problema con i rifiuti?
- Riciclare la plastica grazie agli enzimi: svelata le prime bottiglie al mondo riciclate così
- Scoperti enzimi che trasformano i rifiuti in bioplastica e carburante (senza usare il petrolio)