Il DNA del rinoceronte lanoso europeo estinto è stato ricostruito grazie alla cacca fossile dei suoi antichi predatori

Gli scienziati sono riusciti a ricostruire il DNA del rinoceronte lanoso europeo, estinto da tempo, grazie alle feci fossili dei suoi antichi predatori, le iene delle caverne. È il primo genoma completamente ritrovato per i rinoceronti lanosi in Europa

La cacca fossile si conferma un’ottima fonte di DNA antico: gli scienziati sono riusciti a ricostruire il genoma mitocondriale del rinoceronte lanoso estinto (Coelodonta antiquitatis) proprio dal DNA estratto dalle feci fossilizzate delle iene delle caverne (Crocuta crocuta spelea), suoi antichi predatori.

È il primo genoma ricostruito completamente per i rinoceronti lanosi europei in Europa e nel nord dell’Asia, specie vissuta nel Pliocene superiore-Pleistocene superiore, tra i 3,6 milioni e i 10.000 anni fa. Tutti i precedenti dati genomici sulla specie provenivano infatti da animali siberiani.

La scoperta potrebbe fornirci indizi sulle differenze regionali tra i branchi di rinoceronti, ma suggerisce anche che le feci fossilizzate, o coproliti, potrebbero essere una risorsa preziosa.

Il fatto che [il DNA] sia stato recuperato con relativa facilità da un coprolite di un’altra specie sottolinea l’importanza di ottenere dati genomici da un’ampia gamma di materiali

spiegano i ricercatori

In realtà, i coproliti si stanno rivelando una miniera d’oro storica. Dalle feci conservate possiamo infatti ricavare informazioni sulla dieta delle persone e degli animali nelle epoche passate, esaminare attentamente i parassiti da cui erano stati infettati e persino studiare i cambiamenti nel microbioma intestinale umano.

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I ricercatori hanno analizzato, in particolare, due campioni di feci fossilizzate di iena del Paleolitico medio (un periodo che va da circa 300.000 a 30.000 anni fa), estratte in quella che oggi è la Germania. Questi coproliti erano stati scavati e si trovavano nelle collezioni dei musei, risorse spesso trascurate e sottoutilizzate nello studio della storia biologica del nostro pianeta.

Il DNA ritrovato, ovviamente, si era degradato, ma i ricercatori sono riusciti a recuperare materiale genetico sia dalla iena delle caverne che dal rinoceronte lanoso, confrontandoli con altri genomi, sia moderni che antichi.

E, sebbene il DNA del rinoceronte sia stato ottenuto da un unico campione, è stato in grado di dire ai ricercatori qualcosa di nuovo sulla specie e sulla sua diversificazione nel continente eurasiatico. In effetti, c’era una differenza sostanziale tra il rinoceronte europeo e quello siberiano, tanto da suggerire che i due gruppi avevano iniziato a diversificarsi già parecchio tempo fa, probabilmente tra 2,5 milioni e 150.000 anni fa.

Questa conclusione è però una diretta contraddizione con l’ipotesi secondo cui i rinoceronti abbiano effettuato ripetute espansioni del loro areale nell’Europa occidentale durante il tardo Pleistocene. Per questo un ulteriore recupero e analisi del DNA di questi antichi e maestosi rinoceronti aiuterebbe a rivelare di più sulla loro storia. E forse sarà di nuovo la cacca preistorica a dirimere la questione.

La ricerca è stata pubblicata su Biology Letters.

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Fonti: ScienceAlert / Biology Letters

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