Ogni cittadino europeo genera quasi 190 kg di rifiuti di imballaggio ogni anno. Adesso un nuovo regolamento dell'Ue, che ha ottenuto il primo via libera, punta a combattere questo spreco colossale, favorendo il riutilizzo di contenitori
L’Ue sembra (finalmente) intenzionata a fare sul serio per combattere la piaga dell’inquinamento da plastica. Ieri la Commissione per l’Ambiente, per la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (ENVI) dell’Europarlamento ha adottato – 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni – la relazione con le proposte di modifica al regolamento che riguarda gli imballaggi.
Le nuove regole segnano un altro timido passo avanti verso un’Europa più libera dalla plastica, ma il percorso è ancora lungo e non privo di ostacoli. Adesso il testo, contro cui si è opposta l’Italia (per via delle ricadute che potrebbe avere sui produttori degli imballaggi e sugli operatori della filiera) dovrà essere esaminato dalla plenaria di novembre. Vediamo nel dettaglio cosa cambierà in caso di voto positivo.
Stop alle buste di plastica leggere e più contenitori riutilizzabili
Fra le proposte votate dagli eurodeputati spicca quella relativa al divieto delle buste di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o usate per alimenti sfusi al fine di prevenire gli sprechi alimentari.
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Nel testo vengono fissati una serie di obiettivi specifici per ridurre il ricorso agli imballaggi in plastica. Questi dovrebbero rispettare la seguente tabella di marcia:
- 10% di imballaggi di plastica in meno entro il 2030
- 15% di imballaggi di plastica in meno entro il 2035
- 20% di imballaggi di plastica in meno entro il 2040)
Inoltre, secondo la proposta, i packaging in questione dovrebbero contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda della tipologia. Entro la fine del 2025, la Commissione valuterà la possibilità di proporre target e criteri di sostenibilità per la bioplastica, che viene definita “una risorsa chiave per defossilizzare l’economia della plastica”.
Parallelamente, lo scopo dell’Ue è quello di incentivare l’uso di imballaggi e contenitori riutilizzabili, che dovrebbero soddisfare una serie di criteri, fra cui il un numero minimo di volte in cui possono essere usati. Secondo la proposta dell’ENVI, i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore ristorazione dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore in modo da evitare sprechi di plastica e contribuire ad inquinare.
Se il testo dovesse essere approvato, tutti i Paesi dll’UE saranno chiamati a garantire che il 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) venga raccolto separatamente entro il 2029.
Al bando i PFAS negli imballaggi alimentari
Infine, fra le proposte approvate ce n’è una estremamente importante. I deputati puntano, infatti, a mettere al bando negli imballaggi destinati agli alimenti l’uso dei PFAS, le controverse sostanze perfluoroalchiliche considerate “inquinanti eterni” e il Bisfenolo A, sostanza chimica impiegata, ad esempio, nelle lattine.
L’obiettivo principale dell’Ue è quello di proteggere la salute dei cittadini europei, dato che questi composti sono associati a una serie di disturbi che riguardano il sistema endocrino e patologie come tumori.
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Fonte: Commissione Ue
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