Addio Sara, capovaccaio ucciso a fucilate dai bracconieri mentre migrava verso l’Africa

Orrore nel Canale di Sicilia dove una femmina di capovaccaio di nome Sara è stata uccisa dai bracconieri. L'esemplare stava per raggiungere il continente africano durante la migrazione. L'Africa Sara non la vedrà mai più

Ancora un vergognoso caso di bracconaggio registrato in Italia. Sara, questo il nome di un capovaccaio reintrodotto in natura, è stata uccisa a fucilate nel Canale di Sicilia nel corso della migrazione che l’avrebbe portata verso il continente africano. Il suo volo si è interrotto nel peggiore dei modi.

Il grave episodio si è verificato lo scorso 19 settembre tra l’Isola di Marettimo, nelle Egadi, e Capo Bon, in Tunisia. A denunciarlo l’Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati, che stava monitorando il viaggio di Sara, del suo compagno e del loro piccolo.

La femmina era l’unica dotata di GPS, degli altri due esemplari non si hanno attualmente notizie. La storia di Sara non è come tutte le altre. Inizia proprio nella sede dell’associazione dove il capovaccaio è nato ed è stato seguito fino alla liberazione.

Correva l’anno 2015 quando gli esperti del centro salutarono Sara in Puglia. Da allora il rapace ha compiuto 5 migrazioni. La prima, proprio nel settembre 2015, l’ha condotta in Niger dopo aver compiuto in volo 3.980 km in meno di un mese.

Si era stabilita in Africa, facendo ritorno in Italia dalla primavera del 2019 in poi. L’ultima migrazione, quella del 2023, non si concluderà però mai. La sua morte infrange il cuore di tutti coloro che si sono occupati di Sara o l’hanno conosciuta, ma rappresenta anche un duro colpo ai progetti di salvaguardia e conservazione della specie.

Tramite i GPS l’associazione è potuta venire a conoscenza del triste destino di altri rapaci che come Sara sono stati sterminati dai bracconieri.

Questi dati raccontano che in quel medesimo tratto di mare, poco lontano da dove ha trovato la morte Sara, cadde Agata nel 2015 ed è stato ucciso Tommy nel 2022″ scrive il Centro Rapaci Minacciati.

Stessa amara sorte è toccata alla giovane Clara, seguita sempre dal centro e uccisa nei pressi di Mazara del Vallo.

Alla luce di questi episodi è evidente che nel Canale di Sicilia bracconieri piazzati su imbarcazioni abbattono, con la certezza della totale impunità, gli uccelli migratori che capitano loro a tiro per poi immetterli nel mercato degli uccelli imbalsamati” continua il CERM.

La preoccupazione riguarda tutta l’avifauna che percorre questa tratta e in particolare sorvola Malta, dove questo sporco giro non trova ostacoli. Il Centro Rapaci Minacciati continua a sporgere denunce contro i bracconieri, ma, citando le loro stesse parole “finora nulla si è mosso per mettere fine a questo massacro”.

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Fonte: Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati/Facebook

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